L'inchiesta

Auto blu, chiesto il giudizio per il sindaco di Avezzano

Il primo cittadino e dirigente della Provincia dell'Aquila Gianni Di Pangrazio chiamato a rispondere di abuso d'ufficio, falso e peculato

La procura dell’Aquila ha chiesto il rinvio a giudizio per il sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio. E’ accusato, insieme ad altre quattro persone, di falso, peculato e abuso d’ufficio per aver attestato la regolarità tecnica di un’importante delibera provinciale e per aver avallato l’utilizzo per sé di auto di servizio e autista. Ora i sostituti procuratori Stefano Gallo e Roberta D’Avolio hanno chiuso le indagini e chiesto il rinvio a giudizio.

A settembre dello scorso anno gli agenti della sezione di polizia giudiziaria della Polstrada compartimentale diretta da Danilo Ciucci, su disposizione del Gip Giuseppe Romano Gargarella, avevano posto i sigilli di sequestro giudiziario a tre auto di proprietà dell’ente: due Alfa Romeo e una Fiat Panda. Indagati  anche tre autisti: Patrizia Zazzara di Pescina, Mario Scimia dell’Aquila ed Ercole Bianchini dell’Aquila (questi ultimi due anche per truffa ai danni dello Stato), oltre alla dirigente Paola Contestabile con l’accusa di peculato. Gli inquirenti hanno scoperto come Di Pangrazio, da sindaco di Avezzano, avesse utilizzato l’auto della Provincia per fini personali, e come addirittura gli stessi autisti ne avessero totale uso, fino a riuscire a riportarsi l’auto nella propria abitazione, compresi i week-end. Il tutto condito dalle spese che sarebbero state caricate alla Provincia.

Tra le altre accuse, secondo gli inquirenti, quando la delibera numero 18/2011 è stata firmata Di Pangrazio sapeva che il giorno successivo sarebbe stato nominato direttore dell’istituendo Dipartimento speciale. Meccanismo che per la tesi accusatoria avrebbe portato a Di Pangrazio “un ingiusto profitto pari a 18mila euro annui quale retribuzione accessoria”, ottomila in più rispetto ai capi degli altri dipartimenti.  Secondo la Procura, avrebbe “attestato in modo falso la regolarità dal punto di vista tecnico della riorganizzazione”, non astenendosi nella votazione della delibera che lo avrebbe favorito. La procura dell’Aquila e le fiamme gialle nei mesi scorsi hanno ascoltato esponenti della giunta provinciale. Il sindaco di Avezzano ha sempre respinto le accuse e riguardo alla delibera ha sempre sostenuto di aver semplicemente dato un parere tecnico. Il sindaco di Avezzano sarebbe stato ascoltato a dicembre scorso dai magistrati e avrebbe sottolineato che quell’incarico era stato offerto anche ad altri dirigenti e che la scelta finale spettava al presidente della Provincia Antonio Del Corvo. Quindi, secondo Di Pangrazio, non c’era la certezza della sua nomina. Ora, dopo la decisione della Procura dell'Aquila di rinviarlo a giudizio, su queste accuse e su queste tesi prenderà una decisione a febbraio il giudice per le udienze preliminari.