Avezzano, allarme baby gang: il Comune pronto a mobilitarsi  

Il delegato alla sicurezza Del Boccio: «È una piaga sociale, rafforziamo il sistema di videosorveglianza» I tre ragazzi pestati dal gruppo di bulli oggi dovrebbero sporgere denuncia per dare il via alle indagini 

AVEZZANO. «È un problema sociale e di sicurezza che va stroncato sul nascere». All'indomani dell'articolo pubblicato sul Centro il consigliere comunale Antonio Del Boccio interviene sull'episodio di violenza che si è consumato sabato sera dietro la cattedrale di Avezzano con tre adolescenti finiti in pronto soccorso dopo essere stati pestati da una baby gang. «Da parte dell'amministrazione e delle forze di polizia c'è la massima attenzione», prosegue il comandante della polizia provinciale recentemente investito dal sindaco, Gianni Di Pangrazio, della delega alla sicurezza. «È un fenomeno che non sottovalutiamo, lo terremo attenzionato insieme alle forze di polizia in modo da essere represso sul nascere. Per vigilare meglio su questi episodi», sottolinea Del Boccio, «stiamo rafforzando il sistema di videosorveglianza in centro con particolare attenzione all'area retrostante piazza Risorgimento. Si tratta di telecamere per il riconoscimento dei volti, fondamentali per individuare i responsabili di qualunque reato». Nei giorni scorsi, come riportato dal Centro, sono state accese le nuove telecamere installate su piazza Risorgimento. Dispositivi panoramici in grado di fornire una visione a 360 gradi. «È chiaro però», conclude Del Boccio, «che senza una querela di parte nessuno può agire». Al momento, infatti, i tre giovani aggrediti dalla baby gang non hanno ancora presentato denuncia. Ieri sono tornati in ospedale per essere sottoposti a delle visite specialistiche. Uno di loro dovrà essere sottoposto anche a una tac. Mentre oggi pomeriggio si recheranno al commissariato di polizia. La notizia di una banda di bulli violenta in azione nel centro di Avezzano ha messo in allarme le forze dell'ordine che si sono subito interessate alla vicenda per evitare che il fenomeno assuma i contorni preoccupanti di quanto avvenuto recentemente nel Capoluogo. Secondo il racconto di alcuni testimoni la banda, formata da italiani e stranieri tra i 17 e i 18 anni di età, comincerebbe a colpire sin dal pomeriggio dapprima suonando ai campanelli di alcune abitazioni del centro. «Cala che te sfonno» (scendi che ti picchio). Così si sono rivolti ai residenti che si sono affacciati alla finestra al suono del citofono. Poi, più tardi, forse in preda ai fumi dell'alcol, avrebbero incominciato a rivolgere provocazioni ad una comitiva di giovani al solo scopo di accendere una rissa. L'aggressione di sabato ha destato molta preoccupazione tra i genitori dei ragazzi che frequentano la zona retrostante la cattedrale. I bulli, già noti alle forze dell'ordine, sarebbero responsabili di altri pestaggi. (f.d.m.)
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