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Avezzano, ascensore stretto: disabili “intrappolati” in casa

Ascensore piccolo e malfunzionante, per uscire devono farsi aiutare dai vigili del fuoco

AVEZZANO. C’è chi viene accompagnata alle Poste dai vigili del fuoco, chi invece è costretta a sedersi su una sedia e farsi sollevare da tutta la famiglia per tornare a casa e poi ci sono decine di anziani che non possono neanche uscire fuori sul cortile a respirare un po’ di aria. La vita dei residenti delle case popolari di via De Gasperi scorre lenta tra i disagi continui legati al malfunzionamento dell’ascensore e i problemi infrastrutturali che costringono le famiglie a vivere con la muffa sulle pareti 10 mesi l’anno.

Arnaldo Di Toro ha 84 anni e una moglie invalida. Per questioni burocratiche la donna è dovuta andare di persona all’ufficio postale e per farla scendere dal quinto piano il marito è stato costretto a chiamare i vigili del fuoco. «Mia moglie è inferma e non vede bene», racconta Di Toro che abita da oltre 40 anni in via De Gasperi, «per portarla alle Poste i vigili del fuoco sono dovuti venire a prenderla e poi a riaccompagnarla. Una palazzina di 6 piani con 12 famiglie, la maggior parte delle quali con persone anziane, può stare senza ascensore? Ho chiesto all’Ater di aggiustarlo, mi hanno risposto che dobbiamo pagare 125 euro a famiglia. E i soldi che mensilmente sborso per l’affitto dove vanno? Qui siamo abbandonati».

I problemi alle case di via De Gasperi aumentano ogni giorno. Gli infissi sono bucati ed entrano gli spifferi di continuo, mentre in alcune abitazioni dei piani inferiori si vedono sul soffitto le macchie di muffa lasciate dagli scarichi dei bagni degli appartamenti superiori. L’ultima odissea riguarda l’ascensore rotto da 12 giorni. «Quando sono uscita dall’ospedale dopo l’operazione al cuore», ricorda Elisa Morelli che abita al terzo piano, «mi sono dovuta sedere su una sedia e la mia famiglia mi ha preso di peso e mi ha accompagnato fino a casa. È possibile una cosa del genere?».

L’edificio della zona nord della città è stato costruito negli anni Settanta e l’ascensore, che funziona sempre a singhiozzo, è piccolo e ormai troppo malandato per essere aggiustato. «Non ci ricordiamo un periodo i cui l’ascensore abbia funzionato regolarmente», precisa Rossana Michetti alle prese con le continue perdite nel bagno e nella camera del suo appartamento, «sono 43 anni che c’è e non è più adatto alle esigenze dei residenti. I problemi sono sempre gli stessi e l’Ater sembra non volerci aiutare. Tutte le migliorie che abbiamo fatto in questi appartamenti sono state a spese nostre. Ora però siamo stanchi, ci devono aiutare». Rossella Falone, infatti, ha una mamma invalida e ha difficoltà a farla uscire di casa perché la sedia a rotelle è troppo grande per l’ascensore. «La carrozzella di mia madre entra a fatica nell’ascensore», spiega la Falone che abita al sesto piano, «ora che è inverno sta in casa, ma quando arriverà la primavera non potrà neanche scendere in cortile. Non accettiamo più di vivere così».

Eleonora Berardinetti

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