Avezzano, beffato dai ladri viene licenziato: il giudice lo riassume

Vigilante aveva perso il lavoro dopo un furto: «Da solo non poteva presidiare un grande capannone»

AVEZZANO. Aveva perso il lavoro dopo un furto avvenuto in un capannone che avrebbe dovuto difendere dall’assalto dei ladri. Ma è giunta a un lieto fine l’odissea della guardia giurata licenziata in tronco dopo quell’episodio. Salvatore Di Giacomantonio, vigilante, noto in città per aver presidiato diversi uffici pubblici, era stato licenziato con l’accusa di non aver osservato le disposizioni di servizio e non aver adoperato la dovuta diligenza nello svolgimento delle proprie mansioni in un capannone Aciam-Tekneco.

Dopo una lunga vicenda legale, il procuratore speciale della società, di fronte alle numerose prove fornite dai legali della guardia, hanno accettato di sottoscrivere un verbale di conciliazione confermando la reintegra di Di Giacomantonio sul posto di lavoro, e non in altra sede, come inizialmente proposto dall’azienda, ma nella città di Avezzano, riconoscendo al lavoratore a titolo transattivo la somma di 10mila euro netti.

I fatti risalgono alla notte tra il 25 e il 26 agosto dello scorso anno quando tre malviventi avevano forzato uno dei cancelli carrai di accesso al deposito ed erano usciti a bordo di un camion rubato nel parcheggio, ripresi dalle telecamere del sistema di video sorveglianza controllato da Di Giacomantonio.

Dopo il furto, preceduto da un altro colpo verificatosi appena un mese prima ai danni di un mezzo della Tekneco, mentre svolgeva il servizio di vigilanza un’altra guardia giurata, la società di vigilanza vedeva rescisso il contratto di appalto per gravi negligenze contrattuali. Il dipendente, dopo 25 anni alle dipendenze della società di vigilanza, era stato licenziato. Dopo aver presentato ricorso tramite gli avvocati Salvatore Braghini e Renzo Lancia, è stato reintegrato nel posto di lavoro dal giudice del lavoro Giuseppe Giordano. L’azienda ha presentato ricorso per annullare la decisione. Ora la vicenda si è conclusa. Soddisfazione hanno espresso i legali che hanno creduto alla correttezza della condotta della guardia giurata, dimostrando in giudizio l’impossibilità di vigilare da solo un sito di 18mila metri quadrati di notte mediante un monitor e più frequenti perlustrazioni. (p.g.)

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