la denuncia

Avezzano, bulli a scuola: ricatti hard a coetaneo

Creano un profilo Facebook di una finta spasimante e lo convincono a spogliarsi, poi scatta la tentata estorsione

AVEZZANO. Creano un falso profilo Facebook e ricattano un loro coetaneo grazie a delle foto osé. La storia dei tre adolescenti di Avezzano è comune a quella di tanti giovani di tutta Italia che quotidianamente fanno i conti con il cyberbullismo. In città tutto iniziò con delle offese tra i banchi di scuola tra due giovani e un ragazzo che consideravano inferiore a loro. Prima qualche battuta greve e le classiche prese in giro, poi i due amici, che frequentano le scuole medie in città, hanno pensato a un piano per ridere del loro compagno di classe. Hanno creato un falso account Facebook con una foto di una bella ragazza e hanno contattato la loro vittima. Gli hanno chiesto l’amicizia e subito dopo hanno iniziato a fargli credere che la ragazza del profilo falso fosse innamorata di lui. La corrispondenza digitale è andata avanti per diverse settimane fino a quando all’adolescente non sono state chieste delle foto di lui senza vestiti. Con incoscienza subito le ha inviate sperando di poter conquistare così la giovane. Non pensava certo che, una volta ottenuti gli scatti, i due amici che gestivano il profilo falso potessero iniziare a ricattarlo. «Gli hanno chiesto 500 euro per non diffondere le foto», ha raccontato agli alunni dell’Argoli di Tagliacozzo il sostituto commissario, Attilio Santella, responsabile della sezione di polizia postale dell’Aquila durante l’incontro “Una vita da social” (vedi servizio a fianco), «hanno cercato di convincerlo a vendersi l’Iphone per poter avere i soldi che gli avevano chiesto». Alla fine il ragazzo ha avuto il coraggio di sfogarsi con i genitori spiegandogli cosa era successo. Grazie all’aiuto della polizia postale sono stati rintracciati i due adolescenti mittenti dei messaggi. Gli agenti una mattina si sono presentati nelle loro abitazioni, hanno perquisito i computer e gli altri apparecchi dai quali si erano connessi ed è scattata la denuncia. Uno scenario diverso, invece, è dietro la storia di una 13enne dell’Aquila. La ragazza è stata contattata su Facebook da un 16enne che diceva di essersi invaghito di lei. Dopo una lunga corrispondenza i due decidono di fidanzarsi virtualmente in attesa di potersi incontrare. Lui aveva detto di frequentare un liceo del capoluogo e così delle amiche della 13enne un giorno sono andate davanti alla scuola per cercarlo. La scoperta per loro è stata amara: non solo non c’era, ma la classe che diceva di frequentare non esisteva. La ragazzina ha chiesto spiegazioni al neo fidanzato. Lui si è inventato tante scuse chiedendole poi di incontrarsi. Lei ha raccontato tutto alla madre ed è scattata la denuncia. Si è scoperto che dietro il profilo del 16enne c’era un 39enne che era solito adescare le adolescenti sui social con profili falsi.

Eleonora Berardinetti

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