Avezzano. "Ho perso i negozi per colpa degli strozzini"

Un commerciante marsicano racconta il suo inferno: "I rom sono la manovalanza, dietro ci sono altri personaggi"

AVEZZANO. «Avevo bisogno di un piccolo prestito. Ho cercato le vie legali e mi sono rivolto a un consulente finanziario. All’inizio era solo un giro di assegni, sembrava tutto normale, ma poi sono finito nelle mani degli usurai. E da lì sono finito nel baratro. E sono stato costretto a chiudere i miei due supermercati».

È la storia di Giuseppe Alonzi, commerciante di Avezzano, fino a qualche tempo fa titolare di due negozi a Trasacco. Prima di ritrovarsi a lavorare solamente per pagare gli interessi agli strozzini.

Alonzi è stato invitato ieri dall’avvocato Gabriele Catarinacci a raccontare la sua storia in un convegno che si è tenuto all’auditorium della biblioteca regionale, organizzato dalla Confedercontribuenti.

«Mi serviva solo un piccolo prestito» ha continuato Alonzi «mi sono rivolto a un amico di famiglia, commercialista e consulente fiscale, che mi aveva assicurato che mi avrebbe fatto prendere un prestito in banca. Ho cercato le vie legali e non una scorciatoia, di quelle che ti portano nelle mani della malavita» ha sottolineato il commerciante, «da lì è iniziato il cambio assegni, all’inizio al 15%, poi al 25% mensili. Interessi che fruttavano fino al 300% l’anno. Intanto l’amico commercialista mi diceva di andare avanti, ma il prestito della banca non arrivava. Fino a quando poi le banche mi hanno chiuso le porte e mi sono ritrovato Equitalia addosso. Sono stato così costretto a vendere tutto».

«Non basta dare la colpa ai rom. Loro sono solo la manovalanza dell’usura» ha rimarcato Alonzi «dietro di loro ci sono persone molto più forti. Misono imbattuto in un commercialista-consulente fiscale e non in uno di loro. Chi si ritrova a dover chiedere un prestito prova tutti i canali ufficiali, ma poi se non riesce nello scopo va dai privati e non ne esce più».

Una denuncia, quella del commerciante avezzanese, che arriva il giorno dopo l’arresto per usura, da parte dei carabinieri, di due persone. Vittima, in questo caso, un macellaio di Avezzano, che per aver chiesto 3mila euro di prestito si è trovato a restituire interessi di mille al mese.

Alonzi, dopo aver denunciato quanto subìto, ha cercato di rimboccarsi le maniche e di andare comunque avanti.

«Oggi lavoro nel settore agroalimentare» ha concluso l’imprenditore marsicano «cerco di cavarmela con delle vendite all’ingrosso, ma non è semplice riportare il guadagno a casa. Per mandare avanti la famiglia».

L’esperienza di Alonzi è stata lo spunto da cui si è sviluppato il convegno “Tutela da Equitalia e banche, danno da debito ingiusto e conseguenti patologie” coordinato dall’avvocato Catarinacci, responsabile della delegazione di Avezzano della Confedercontribuenti.

Relatori sono stati Giuseppe Tosoni (commercialista), Salvatore Spampinato (coordinatore nazionale imprese Equitalia), Antonio Vento (presidente nazionale dell’osservatorio mobbing), Luca Silvestrone e Carmelo Finocchiaro (Confedercontribuenti) e Giuseppe Baldassarre (responsabile nazionale utenti bancari).

Magda Tirabassi

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