Avezzano, inchiesta appalti, Capogna: «Mazzette anche in Procura»

Ecco gli altri verbali dell'interrogatorio del grande accusatore: tre consegne di denaro. In corso nuovi accertamenti

AVEZZANO. Ombre sull’operato di alcuni rappresentanti della Procura di Avezzano. Emergono negli interrogatori di Angelo Capogna, l’imprenditore della pubblica illuminazione e grande accusatore nell’inchiesta chiusa con 36 indagati fra amministratori pubblici, ex politici, imprenditori e professionisti. Capogna ha parlato di un sistema Marsica per la gestione degli appalti, con un giro di mazzette per oliare i meccanismi e vincere le gare. Accuse tutte da dimostrare. Come sono da dimostrare le affermazioni, raccolte dai pm Maurizio Maria Cerrato e Roberto Savelli, che gettano dubbi sul lavoro in alcuni ambienti della Procura.

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Capogna ha dichiarato di aver pagato somme di denaro destinate a una persona che lavora negli uffici di via Corradini. E di essere stato consigliato da un finanziere a non denunciare visto il coinvolgimento di «soggetti di particolare rilievo». «Una volta terminata la verifica fiscale, verso dicembre 2013, essendo in crisi di liquidità con la mia società a seguito dei comportamenti dell’amministrazione comunale con cui avevo contatti e che non rispettava gli impegni contrattuali, mi rivolsi nuovamente a Gianfranco Tedeschi (sindaco di Cerchio indagato, ndr)», ha affermato Capogna, «per ottenere una mediazione con gli amministratori stessi. Il Tedeschi, però, mi fece capire che ciò non era possibile, in quanto i vari Comuni non volevano avere più rapporti con me e la mia società. Ricordo di avere incontrato almeno due volte il Tedeschi, una volta all’uscita del casello autostradale di Avezzano, una volta a Cerchio in un bar posto all’inizio del paese. In quest’ultima occasione, ritengo per puro caso, ebbe a entrare un maresciallo della Finanza. Tedeschi allora ritenne che questo incontro fosse una trappola e si allontanò in fretta e furia. Mi fermai a parlare con il maresciallo della Finanza e manifestai la volontà di denunciare tutto quanto a mia conoscenza. Il maresciallo da un lato giustificò le sue precedenti condotte con il fatto che la Procura di Avezzano aveva voluto dirottare le indagini perché relative a soggetti di Avezzano di particolare rilievo, dall’altro mi invitò a predisporre una denuncia per qualcuno dei Comuni minori». Poi, in un passaggio dell’interrogatorio, Capogna parla ancora del sindaco di Cerchio e di presunti legami di quest’ultimo con un imprenditore che aveva rapporti con alcuni rappresentanti della Procura. Personaggi che Capogna, sempre stando alle sue denunce, avrebbe incontrato più volte per avere informazioni su procedimenti giudiziari che lo riguardavano. «Incontrai l’imprenditore a Sora e si fece rilasciare un assegno da 6mila euro in favore di una società», ha dichiarato Capogna in un interrogatorio del 25 febbraio 2015, «motivo di questi soldi fu la retribuzione del suo interessamento. Prima di Natale mi fu fatta una nuova richiesta che l’imprenditore giustificò asserendo di dover far fronte alle esigenze economiche di un rappresentante della Procura. Consegnai 4mila euro in contanti e 2mila con un assegno circolare. Infine feci una terza consegna di denaro quando fu presentato qui ad Avezzano concordato preventivo in continuità». Su queste affermazioni sono in corso accertamenti. ©RIPRODUZIONE RISERVATA