Avezzano, ritrovata la statua di Vito Taccone

Operazione degli agenti del commissariato: il bronzo è in parte lesionato. Continua la caccia ai ladri

AVEZZANO. Ha avuto ragione Sergio Zavoli, il giornalista e amico del Camoscio d’Abruzzo, col quale ha condiviso indimenticabili puntate del “Processo alla tappa”: «Vito Taccone andrà in fuga anche dai ladri». Così è stato. La statua in bronzo da due quintali è stata ritrovata dagli agenti del commissariato di polizia di Avezzano, diretti da Paolo Gennaccaro. I ladri, braccati dal giorno del furto, l’hanno abbandonata. L’opera dell’artista rom Bruno Morelli è in parte lesionata. Ma potrà tornare al suo posto, insieme alla bici che formava il monumento dedicato all’indimenticabile Camoscio d’Abruzzo. Altri particolari dell’operazione che ha portato al ritrovamento della statua dovrebbero essere noti oggi. Gli agenti stanno ora cercando gli autori del colpo avvenuto nella notte fra giovedì e venerdì sul valico del monte Salviano. Sulla bici recuperata alla base del blocco di travertino sono state trovate impronte digitali che potrebbero portare a dare un nome e un volto a coloro che hanno compiuto lo fregio a Taccone e alla città. Il furto è stato scoperto venerdì mattina da alcuni passanti. Augusto Di Bastiano, presidente del Centro giuridico del consumatore di Avezzano, ha chiamato il 113 intorno alle 7,15. Poi è stato informato il Comune. La notizia si è sparsa in un baleno. Sul posto sono arrivati gli agenti della polizia scientifica del commissariato e della polizia locale. In questi giorni gli investigatori hanno compiuto una serie di controlli tra i rivenditori di metalli della Marsica e della provincia dell’Aquila. L’ipotesi più accreditata è che il furto sia avvenuto su commissione e che il bronzo della statua faccia gola ai ricettatori (il prezzo del bronzo usato si aggira sui 3-3.50 euro al chilo). Ma proprio il clamore suscitato dal colpo potrebbe avere spinto i ladri a disfarsene. Quanto accaduto, infatti, ha suscitato sdegno, con dure prese di posizione del sindaco Gianni Di Pangrazio, del figlio di Vito Taccone, Cristiano, e di quanti hanno avuto modo di apprezzare il Camoscio d’Abruzzo. La statua dovrebbe tornare al suo posto, sul Salviano, già nelle prossime settimane. A tal proposito si aspetta una decisione del Comune.

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