Avvelenati, altri esami sui cibi

La Procura indaga per commercio di alimenti nocivi

SULMONA. Migliorano le condizioni delle due persone intossicate dopo aver mangiato ravioli al radicchio. L'antidoto sta avendo effetti benefici anche se i medici restano prudenti e preferiscono aspettare qualche giorno per sciogliere la prognosi. Intanto si attende l'esito degli esami tossicologici per chiarire l'accaduto.

L'ipotesi di reato avanzata dalla Procura, che per il momento ha aperto un fascicolo contro ignoti, è commercio colposo di alimenti nocivi. L'indagine è coordinata dal sostituto procuratore Maria Teresa Leacche.

La matassa è ancora molto intricata perché secondo quanto riferito da alcuni esperti agli investigatori, il quantitativo di antiparassitario rilevato nel sangue dell'ex assessore di Anversa degli Abruzzi e del suocero 73enne è molto elevato ed è quindi da chiarire se un avvelenamento così grave sia stato provocato da un residuo di anticrittogramico rimasto nell'impasto dei ravioli. E, sempre secondo gli investigatori, è più probabile che ci sia stato un errore nella preparazione del cibo o che qualche altra sostanza sia inavvertitamente finita dentro le pentole della cucina. Al momento sono queste le ipotesi sulle quali stanno lavorando i carabinieri del Nucleo antisofisticazione di Pescara che attendono l'esito degli esami sulle persone rimaste intossicate.

Altre analisi riguardano gli alimenti e gli altri liquidi prelevati dal frigorifero e nella casa di Anversa. I risultati dei primi esami sono attesi dal Centro nazionale antiveleni di Pavia, mentre quelli sull cibo e i liquidi compresa una bottiglietta di fertilizzante che è stata trovata in cucina, dovranno arrivare dall'Istituto zooprofilattico di Teramo. In tutto sono cinque le persone che in qualche modo sono rimaste intossicate dopo aver pranzato domenica scorsa.

L'ex assessore e il suocero in maniera grave, mentre la moglie, il figlio 20enne e un ospite della famiglia, sono stati refertati con prognosi che vanno dai tre ai cinque giorni. Ieri le condizioni dei due ricoverati nel reparto di rianimazione erano in costante miglioramento, come si può constatare dal bollettino medico reso noto dal primario del reparto di terapia intensiva, Gianvincenzo D'Andrea.

«In conseguenza della rapidità della diagnosi e della corretta impostazione della terapia sintomatica», ha dichiarato D'Andrea, «oltre che della immediata somministrazione dell'antidoto specifico del tossico, le condizioni dei due pazienti ricoverati in rianimazione stanno gradatamente migliorando in modo evidente. Per garantire il completo e adeguato trattamento dell'infezione stessa, grazie alla staffetta sanitaria della direzione del prosidio ospedaliero, sono state reperite in Abruzzo ma soprattutto presso l'Istituto farmaceutico militare di Firinze, tutte le dosi dell'antidoto necessarie a completare il trattamento per i due pazienti ricoverati».

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