Banca dell’Aquila, enti e associazioni nel comitato

Sono 35 le persone fisiche e giuridiche del gruppo promotore che darà vita all’istituto di credito cooperativo del territorio. Ma per partire manca un milione

L’AQUILA. Trentacinque «persone» tra fisiche, giuridiche, enti e associazioni sono entrate a fare parte del comitato promotore della Banca dell’Aquila, il nascente istituto di credito cooperativo del territorio che dal 2011 ha avviato un iter di costituzione.

Le linee guida del rilancio sono state presentate ieri mattina la palazzetto dei Nobili, tra gli altri, dal neo presidente Americo Di Benedetto, dal vicepresidente Roberto Madama e dal resto del direttivo. La novità – rara in Italia, assicurano i promotori - è l’ingresso nel comitato di associazioni del mondo imprenditoriale, commerciale e sociale aquilano. Alle spalle di Di Benedetto, nella conferenza stampa, c’erano infatti i rappresentanti di Ance, Edilconfidi, Confcommercio, Cassa edile, Cna, Cpt (Comitato paritetico territoriale) e persino di una società sportiva, L’Aquila Calcio. «Un rinforzo» dell’azione promotrice, ha detto il presidente, «che darà lo sprint finale a una realtà che nell’ultimo anno e mezzo ha messo insieme 1.300 soci destinati, secondo i promotori, a crescere». Ora la nascente banca deve puntare a raggiungere i requisiti finanziari minimi per ottenere il via libera di Bankitalia, tra cui il capitale, che deve essere di minimo 5 milioni di euro. Ne sono stati raccolti, a oggi, quattro; per il comitato promotore nel giro di pochi mesi (si è detto il 31 dicembre, anche se per Madama già si starebbe pensando a una proroga) si riuscirà a raggiungere il tetto minimo avvicinando anche la data dell’avvio delle attività di credito. In uno scenario locale e regionale in cui banche importanti per il territorio, come la Carispaq, spariscono, o altre in tutta la regione confluiscono in istituti di credito più solidi oppure, ancora, vengono commissariate (ultima in ordine di tempo è la Carichieti), l’ipotesi della costituzione di una banca aquilana diventa «un’esigenza per dare risposta a piccole e piccolissime imprese, alle famiglie, ai commercianti che non hanno più punti di riferimento nel mondo del credito», ha sottolineato Madama. Intanto, con i medesimi principi, il 2 gennaio aprirà nel Teramano la banca del Vomano. La Banca dell’Aquila fa parte della rete delle banche di credito cooperativo nazionale (le uniche che, secondo uno degli ispiratori del progetto, Matteo Gizzi, mostrano di resistere in regione), Federcassa, che con i suoi 3 milioni di clienti e 20 miliardi di capitale sostiene le sue “sorelle” con un sistema di garanzie e fondi di tutela. Il nascente istituto aquilano s’ispira a principi mutualistici e solidaristici, come vuole il sistema del credito cooperativo. Le norme stabiliscono, che il 50% degli impieghi di una bcc debba essere rivolto verso i soci, mentre il 95% ai residenti nei Comuni della zona di competenza: in questo caso L’Aquila e 18 piccoli paesi limitrofi.L’avventura del piccolo istituto di credito aquilano, «è cominciata nel 2011, quando un piccolo comitato promotore è andato al Consob per chiedere l’autorizzazione del prospetto informativo, poi un periodo di raccolta di soci e fondi», racconta Madama. Nel commentare l’ingresso dell’Ance L’Aquila nel comitato, il presidente Giovanni Frattale ha criticato la scelta di Bper di trasferire a Lanciano il proprio direttivo. «Non ne capiamo il motivo, visto che ci sono 10 miliardi da spendere per la ricostruzione», ha detto. Sostiene l’istituto di credito dell’Aquila anche il Comune, come ha ribadito l’assessore Lelio De Santis.

Marianna Gianforte

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