Banca dell’Aquila, presto apriranno i primi sportelli

Tordera e Madama annunciano nuovi ingressi nel comitato promotore «Questo è un progetto dal quale tutta la città potrà trarre vantaggio»

L’AQUILA. Nuovi ingressi nel comitato promotore per la costituzione della Banca dell’Aquila che aprirà i suoi primi sportelli in città nel secondo semestre dell’anno. Queste le novità annunciate ieri, in una conferenza stampa, dai vecchi componenti del comitato– quelli della prima ora – e dalle new entry. Un altro rinvio (l’apertura era stata inizialmente annunciata per dicembre e poi entro giugno) motivato «dalla necessità di aumentare il capitale sociale da sottoscrivere, così da rendere la nostra banca più solida» ha spiegato Roberto Madama, presidente del comitato promotore, «ma anche per affrontare con maggiore serenità le esigenze dettate dalla nuova normativa che regola la nascita di istituti di credito».

«Sono ottimista, soprattutto perché con mia grande sorpresa stiamo ricevendo tante proposte di sostegno alla nostra iniziativa», ha aggiunto Ri naldo Tordera, presidente del comitato tecnico. «Basti pensare che molti dei nuovi componenti del comitato promotore si sono avvicinati spontaneamente. Ora proseguiamo con l’impegno di aprire la Banca dell’Aquila il prima possibile. Una volta raccolto il capitale utile che abbiamo fissato in 5 milioni di euro, a fronte dei 4 previsti dalla normativa, ci sarà da attendere solo il nulla osta della Banca d’Italia. La raccolta di fondi sta andando bene e, a conti fatti, pensiamo di poter aprire il primo sportello in città entro il secondo semestre del 2013».

«L’idea su cui poggia la nostra iniziativa» ha aggiunto Matteo Gizzi, uno degli ispiratori del progetto Banca dell’Aquila, «è quella di poter avere una banca attenta ai bisogni e alle esigenze del territorio. È un progetto di cui potrà trarre vantaggio tutta la città».

Ciò che i soci si aspettano da questa nuova banca è un deciso cambio di passo soprattutto per quel che riguarda l’accesso al credito da parte delle imprese locali che troppo spesso, dopo il terremoto hanno trovato porte chiuse. E rilevante per la città» hanno via via commentato i promotori dell’iniziativa «è anche la partita legata ai fondi da reinvestire che, così come più volte ribadito, resteranno sul territorio».

Tanti i cittadini che hanno finora risposto alla “chiamata” e che hanno sottoscritto quote di capitale sociale. Al progetto hanno finora aderito anche diverse associazioni di categoria.

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