Barete, aperto l’ospedale psichiatrico giudiziario

Ospiterà gli autori di reato pericolosi, ma incapaci di intendere e volere Il dirigente dell’Asl, Sconci: si volta pagina dopo la chiusura dei manicomi

L’AQUILA. Era il 31 marzo 2015 la data entro la quale lo Stato italiano avrebbe dovuto mettere un punto definitivo sugli Opg, gli Ospedali psichiatrici giudiziari dove sono reclusi gli autori di reato giudicati incapaci di intendere e di volere e socialmente pericolosi.

Da ieri l’Abruzzo ha chiuso una pagina di storia e ne ha aperta un’altra con l’inaugurazione della Residenza per l’esecuzione di misure di sicurezza (Rems) di Barete, un centro altamente specializzato, ideato e allestito per assicurare un percorso di riabilitazione a soggetti con disturbi psichici che hanno commesso reati. Un lungo percorso, quello della fine dell’era degli Opg, ricostruito dal responsabile del dipartimento di Salute mentale dell’Asl aquilana Vittorio Sconci, che da anni segue con altri psichiatri e medici aquilani, come Alessandro Sirolli, già direttore del centro diurno psichiatrico dell’Aquila, questo cammino rivoluzionario partito trent’anni fa con la chiusura dei manicomi (Legge Basaglia).

«Ci volle l’intuizione di un gruppo di giovani che non sempre avevano a che fare con la psichiatria», ha detto Sconci di fronte a una platea composta, tra i tanti, dall’assessore regionale alla Sanità Silvio Paolucci, al manager dell’Asl provinciale Rinaldo Tordera, alla senatrice del Pd Stefania Pezzopane e all’arcivescovo metropolita dell’Aquila monsignor Giuseppe Petrocchi (assente invece l’amministrazione comunale).

«C’è voluto, invece, il piglio di un medico come l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino, per avviare un ulteriore passaggio necessario a porre fine agli ospedali psichiatrici giudiziari che riproponevano il modus operandi dei vecchi manicomi», ha aggiunto. Con l’inaugurazione della struttura di Barete «potremo finalmente mettere i pazienti psichiatrici, che per colpa della loro malattia hanno commesso dei reati, al centro di azioni di riabilitazione, di cure fatte con amore e con la professionalità degli operatori». Quella di via Vignole sarà, inoltre, residenza di riferimento regionale, definitiva, come ha annunciato ieri l’assessore Paolucci, attivata nell’ottica di un nuovo modello di gestione e rieducazione di questo tipo di pazienti. «Il finanziamento di 4 milioni destinato inizialmente alla struttura da realizzare ex novo a Ripa Teatina sarà rimodulato per altre esigenze regionali sempre in materia di sanità e riabilitazione», ha spiegato Paolucci. La struttura di Barete si compone di un seminterrato, due piani e un sottotetto ed è organizzata in modo da garantire processi diversificati di riabilitazione, calibrati sulle esigenze del paziente. Ha una serie di piccoli appartamenti con un numero di posti letto variabile. «Una struttura per la riabilitazione e non per la reclusione», ha precisato Sconci, «che ospiterà 20 persone in tutto, 17 uomini e tre donne dell’Abruzzo e del Molise, che saranno affidate alle cure di 25 operatori, tra i quali medici, assistenti sociali e tecnici della ribilitazione. Ora tocca agli psichiatri fare in modo che queste nuove realtà restino per sempre aperte al mondo, veri e propri luoghi di recupero e guarigione, temporanei», è l’esortazione di Sconci, rafforzata anche dalle parole dell’arcivescovo Petrocchi: «Bisogna guardare la persona ricoverata sempre come un essere umano e non soltanto come un paziente». (m.g.)

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