il fatto

Battaglia degli eredi Saturnini sulle terre regalate al Comune

AVEZZANO. Una vicenda i cui inizi risalgono al lontano 1970, quando l’allora notaio Geremia Saturnini, elemento di spicco di una delle famiglie più in vista di Avezzano e della Marsica, con uno...

AVEZZANO. Una vicenda i cui inizi risalgono al lontano 1970, quando l’allora notaio Geremia Saturnini, elemento di spicco di una delle famiglie più in vista di Avezzano e della Marsica, con uno slancio di generosità decise di donare al municipio un appezzamento di terreno di oltre 12 ettari, a condizione che lo stesso Comune lo avesse utilizzato per la realizzazione di un istituto agrario che avrebbe dovuto avviare i giovani verso un indirizzo agronomico, in simbiosi con la presenza della fertile piana del Fucino. I costi per la realizzazione della scuola, che sarebbe stata intestata allo stesso notaio Saturnini, ovviamente avrebbe dovuto accollarseli il Comune, ma a distanza di quasi mezzo secolo, non solo non è stata costruita una scuola, ma qualche anno fa, una parte dello stesso terreno è stata impiegata per la realizzazione del Crab, come conferma Geremia Saturnini junior, erede ed omonimo del notaio: «Nel lascito del mio avo, una clausola prevedeva che l’appezzamento non poteva essere destinato ad altri usi e invece, pur non avendone diritto, il Comune ha ceduto il terreno alla Provincia, ricavandone una cifra pari a 750 milioni delle vecchie lire».

In seguito il Comune avrebbe dovuto realizzare 120 orti sociali, a disposizione degli anziani, sui terreni ereditati. Progetto presentato in pompa magna e mai avviato. Un avvocato della famiglia Saturnini ha diffidato il Comune.

«Successivamente», prosegue Saturnini jr, «il Comune promise un vitalizio a un altro erede della nostra famiglia, ma alle parole non fecero seguito i fatti e dopo altri anni di inutile attesa, abbiamo provato ad intavolare una transazione con gli uffici dello stesso Comune, con il solo risultato di aver perso ulteriore tempo, ragion per cui abbiamo intrapreso una causa per la quale stiamo aspettando le decisioni del giudice».

Francesco Di Stefano, dirigente del Comune, offre la versione della controparte. «Il Crab, del quale parlano gli eredi Saturnini, fu realizzato dalla Regione dopo l’esproprio da parte dello stesso ente pubblico, del terreno in questione», afferma l’ingegner Di Stefano, «è vero che il lascito prevedeva la costruzione di una scuola ad indirizzo agrario, ma la realizzazione del Centro ricerche applicate alla biotecnologia è assolutamente in linea con il pensiero riportato nel testamento».

A suo tempo, il terreno fu offerto a titolo gratuito anche all’Istituto Don Orione, che però declinò immediatamente l’offerta, non avendo titoli per poterlo utilizzare.

Relativamente alla lite giudiziaria sul cui esito si attendono le decisioni del giudice per la fine dell'estate, Di Stefano tiene a precisare: «C’era stato un tentativo di conciliazione tra le parti e all’inizio un accordo sembrava possibile, ma quando sono state avanzate pretese che il Comune ha ritenuto assurde si è preferito rimettere tutto nelle mani della legge e attendere il pronunciamento del giudice». (p.oli.)

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