Berlusconi consegna altre case agli sfollati

Il premier a Fossa e Villa Sant’Angelo e sulle macerie ha già pronta una soluzione.

FOSSA. Se c’è un’immagine che rimarrà di questa 24esima visita di Silvio Berlusconi nelle terre aquilane devastate dal terremoto sarà quella di don Gaetano, il parroco di Fossa, origini africane, che si è fatto largo fra la folla e ha affidato al premier un crocifisso: «Lo consegni al capo della Corte europea». Un gesto che ha dato poi l’occasione a Berlusconi di criticare la sentenza della Corte in base alla quale i crocifissi non dovrebbero stare nelle scuole.
Il presidente del consiglio ha dedicato ieri gran parte della sua giornata all’Aquila e alle zone terremotate.

I MILITARI.
E’ giunto nella scuola della Finanza a Coppito intorno a mezzogiorno e per prima cosa ha festeggiato la ricorrenza della giornata delle Forze Armate incontrando i militari impegnati, subito dopo il terremoto, in Abruzzo nell’operazione “Gran Sasso”. «Credo che gli italiani non abbiano mai sentito i militari così vicini e dediti al bene concreto del Paese», ha detto il premier sottolineando il loro «sforzo straordinario, la dedizione assoluta con la quale hanno svolto il loro lavoro».

INCONTRI E PRANZO.
Prima del pranzo nella caserma di Coppito il capo del governo ha presenziato alla firma del protocollo di intesa fra lo Stato e la Cei per la ricostruzione della chiese dell’Aquila, ha avuto un colloquio a quattrocchi con il governatore della Lombardia Formigoni «reduce» dall’inaugurazione della casa dello studente, ha risposto a domande dei giornalisti sui temi di attualità.

SANT’ELIA.
Subito dopo pranzo, intorno alle 14,30, Berlusconi si è tuffato nell’attività che più lo gratifica: inaugurare, incontrare persone, salutare le famiglie dentro le nuove casette, stringere mani. E’ passato per pochi minuti nelle case in costruzione a Sant’Elia e ha fatto arrabbiare i cronisti che non sono stati ammessi a seguire il premier (più tardi sull’episodio la stampa parlamentare ha diffuso una nota di protesta).

FOSSA.
A Fossa il presidente del consiglio è arrivato intorno alle 15,30. Ad attenderlo il sindaco del paese Luigi Calvisi, il parroco don Gaetano con crocifisso al seguito, il presidente della Pro loco che ha lo stesso nome del sindaco, due assessori del Comune di Verona (che ha costruito case per gli sfollati sempre nella stessa zona di San Lorenzo), il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Renzo Tondo, il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, il prefetto Franco Gabrielli, tecnici, progettisti e operai che in due mesi hanno realizzato i 16 alloggi che nei prossimi giorni ospiteranno 38 persone di Fossa. Si tratta di case in legno di circa 50 metri quadrati ciascuna che sono costate (comprese di tutto) un milione e mezzo di euro. Hanno cucina, una camera da letto, un bagno ed un piccolo rispostiglio, arredati di tutto punto, anche con la Tv satellitare.

L’esterno delle case é in legno ed una parte verniciata in bianco: fuori la strada é già asfaltata, ci sono le aiuole ed i parcheggi. «E’ un villaggio bellissimo» ha detto Berlusconi «e presto sarà dotato anche di una piazza per rendere ancora più vivibile questa comunità, grazie al Friuli Venezia Giulia e alla generosità dei suoi cittadini, uomini forti». E in effetti la somma necessaria a costruire il villaggio è stata raccolta grazie a enti, associazioni, imprese ma anche decine di privati di tutto il Friuli Venezia Giulia i cui nomi sono scolpiti su una tabella in legno posta all’ingresso del nuovo borgo». Il presidente Tondo ha sottolineato: «Con il nostro operato in Abruzzo, restituiamo quella solidarietà che avevamo ricevuto 33 anni fa». Il riferimento è al terremoto del 1976.

Tutta la visita a Fossa si è svolta sotto gli occhi delle telecamre di «La Vita in diretta» il contenitore pomeridiano di Rai 1. Ai microfoni della Tv il premier ha detto che attualmente «ci sono 24mila persone in strutture alberghiere con tutti i comfort a spese dello Stato, 1500 ancora nelle tendopoli ma non per nostra volontà ma per il loro desiderio di restare vicino alla casa nella quale vanno di giorno per poi dormire nella tenda. Mentre le case antisismiche realizzate sono il 34% del programma».

Entrando in una delle case che sarà assegnata a una giovane coppia, Berlusconi ha commentato: «Tatiana e Andrea sono freschi sposi e ci hanno annunciato che avranno presto un erede. Sono zio di tanti nipoti e anche di questo». Alla giornalista, che chiedeva agli sposi se il bambino si chiamerà Silvio, il premier ha detto di sperare che possa avere «Silvio come secondo nome». Poi ha detto: «I due sposi sono sicuramente rimasti sorpresi, dopo alcuni mesi di sopravvivenza in una tenda, di passare in una casa vera con il giardino fuori e in mezzo a questo panorama straordinario».

VILLA SANT’ANGELO.
Stava calando il buio quando Berlusconi è arrivato a Villa Sant’Angelo dove è stato ricevuto dal sindaco Pierluigi Biondi. Con pochi giornalisti al seguito il presidente del consiglio ha avuto più occasioni si avvicinare le persone. Fra un «bravo Silvio», «torna presto», «grazie di esserci», il premier ha visitato una delle casette nel nuovo villaggio di legno (casette già abitate). Uscendo si è rivolto al primo cittadino e guardando l’ambiente circostante ha detto «Ma qui è stupendo, quasi quasi verrò a passarci le vacanze».

MACERIE.
Guardando poi il centro storico completamente distrutto ha detto: «Adesso c’è il problema di queste macerie. Dobbiamo toglierle subito. Servirà un provvedimento, di fronte a un fatto eccezionale servono atti eccezionali. E perchè non fare con le macerie delle collinette e ricoprirle con il verde. Sarebbe bello».