Bertolaso-Cialente, scontro sui balconi

L’accusa: «I crolli colpa della scarsa manutenzione da parte del Comune». La replica: «Se fosse corretto, dovrebbe ritirarsi»

L’AQUILA. «I balconi del progetto Case crollano per mancanza di manutenzione da parte del Comune. Dopo il sisma abbiamo fatto un buon lavoro. Oggi Roma è più terremotata dell’Aquila». L’ex capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, candidato sindaco al comune di Roma, cavalca l’onda del terremoto del 2009. E torna a farne argomento della campagna elettorale. Intervistato dalla giornalista Lucia Annunziata, nel salotto della trasmissione “In mezz’ora”, su Rai 3, Bertolaso ha sparato a raffica sul Comune dell’Aquila . Immediata la risposta del sindaco, Massimo Cialente.

COLPA DEL COMUNE.

«Se i balconi delle new town crollano», ha dichiarato, «la colpa è dell’amministrazione. La questione è stata strumentalizzata. Si tratta di due balconi: i periti del tribunale, alle pagine 50 e 51 della loro relazione, hanno scritto che il crollo è dovuto alla scarsa manutenzione, pressoché inesistente, del Comune dell’Aquila a cui, il primo gennaio 2010, ho consegnato le chiavi». E ancora: «Sull’Aquila è stato fatto un lavoro straordinario, tanto che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che non era propriamente di destra», ha evidenziato Bertolaso, «mi ha conferito la terza medaglia d’oro al merito civile per aver risollevato e assistito la città e aver restituito dignità agli aquilani dopo il terremoto».

GRANDI RISCHI BIS.

L’intervista è scivolata, inesorabilmente, sulla “questione aquilana” e il processo “Grandi rischi bis”, che vede imputato Bertolaso per omicidio colposo plurimo «per aver rassicurato la popolazione, nonostante le scosse si susseguissero da tempo». «Per i giudici bisogna avere rispetto, ma sono sette anni che ho due processi in corso che non arrivano a conclusione e stanno per essere prescritti», ha detto il candidato sindaco di Roma, «rinuncerò alle prescrizioni, come chiedono i cittadini».

LA REAZIONE DI CIALENTE.

Una lunga cavalcata elettorale in Tv che ha fatto letteralmente saltare dalla sedia il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente: "Quando dice che i balconi cadono per mancanza di manutenzione, Bertolaso mente, sapendo di mentire. Per una cosa simile, in un Paese normale, ci si dovrebbe ritirare dalla competizione elettorale. Ma l’Italia non è un Paese normale perché i cittadini non si indignano, a volte si divertono a vedere che le cose vanno male e spesso sono omertosi. Se Bertolaso fosse un vero e corretto politico, dovrebbe dire la verità: che i suoi collaboratori, quelli che furono selezionati da lui per la direzione dei lavori, per la scelta dei dissuasori, il controllo dei cantieri e dei collaudi, sono stati incapaci. Un uomo che chiede di guidare la Capitale dovrebbe assumersi la responsabilità politica di quanto accaduto. Ma, per fare questo, bisogna avere gli attributi».

NO A BERTOLASO SINDACO.

«Bertolaso non ha la caratura morale per fare il sindaco di Roma», attacca Cialente, «uno che non rinuncia alla vergogna delle prescrizioni. Chi si candida deve essere al di sopra di ogni sospetto; non avere neppure un ossicino nell’armadio».

DI STEFANO.

Dura anche la reazione dell’assessore alla ricostruzione, Pietro Di Stefano: «Ci vuole una bella faccia di bronzo per affermare questo. Bertolaso non ha neppure la decenza di tacere e chiedere scusa. I balconi si staccano perché fradici, fatti male al momento della loro costruzione. Come si fa ad attribuire tutto alla manutenzione quando è la parte strutturale che cede? Avrebbero dovuto garantirsi con le polizze decennali postume, ma non si trovano neppure quelle».

Monica Pelliccione

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