Biondi allontana il ribaltone: «Riconteggio dei voti assurdo» 

Dopo il caso-Avezzano il sindaco reagisce: «Tentativo per via giudiziaria contro la verità democratica» Cautela nel centrosinistra. Lo sconfitto Di Benedetto: «Numerose le difficoltà interpretative nei seggi» 

L’AQUILA. «Avezzano e L’Aquila sono due casi completamente diversi. Ad Avezzano era acclarato che le liste del centrosinistra avessero superato il 50% dei voti, all’Aquila questo non è avvenuto e il ricorso che è stato fatto si basa su un capzioso utilizzo dei dati, oltre al fatto che c’è anche l’anomalia lampante del seggio 41».
Il sindaco Pierluigi Biondi commenta così la sentenza con cui il Consiglio di Stato ha fatto scattare l’anatra zoppa al Comune di Avezzano, facendo perdere la maggioranza al sindaco Gabriele De Angelis. L’anomalia di cui parla Biondi a proposito del seggio 41 si riferisce a un errore di trascrizione dei voti validi. Sul sito del Comune vennero attribuiti 10 voti validi ai candidati sindaco e 386 alle liste. Un fatto impossibile. «All’Aquila», dice Biondi, «il Tar è andato oltre le richieste dei ricorrenti ordinando di fare un riconteggio, una cosa che non sta né in cielo né in terra. Si tratta di un tentativo di ribaltamento per via giudiziaria della verità democratica uscita dalle urne».
Dello stesso avviso è il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Giorgio De Matteis, secondo il quale il problema sta nella legge elettorale: «Con la riapertura delle schede sta accadendo una cosa incredibile: si sta sconfessando ciò che è accaduto nei seggi. Il ricorso va contro quella che è stata la volontà popolare. Prima si fa una legge per l’elezione diretta dei sindaci e poi ci ritroviamo l’anatra zoppa. Delle due l’una: vincono le liste o vince il sindaco? Mi auguro che il nuovo parlamento affronti questo tema. Noi comunque siamo tranquilli: Biondi ha vinto recuperando 11 punti al primo turno e con un distacco di 7 punti al secondo».
Nel centrosinistra, invece, sembra prevalere la cautela. Americo Di Benedetto, sconfitto da Biondi al ballottaggio, riconosce che i casi di Avezzano e L’Aquila non sono paragonabili e attribuisce alla doppia preferenza di genere introdotta nella legge elettorale gran parte del caos verificatosi nei seggi. «Ad Avezzano la giurisprudenza ha accertato che il sistema elettorale basato sul doppio turno può permettere un sindaco senza maggioranza. La situazione dell’Aquila tuttavia è diversa perché è in corso un riconteggio. La preferenza uomo-donna ha creato dei problemi ai presidenti di seggio nel fare una valutazione immediata, non c’è una sezione dove non vi siano state delle difficoltà di interpretazione».
Anche il capogruppo del Pd in consiglio comunale Stefano Palumbo ci va con i piedi di piombo. «La sentenza del Consiglio di Stato ha detto che c’era stata un’errata interpretazione iniziale, dunque ha semplicemente ripristinato la situazione che si sarebbe dovuta determinare il giorno dopo le elezioni. Il caso dell’Aquila è differente perché è legato al riconteggio. Vediamo quello che uscirà fuori».
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