Biondi: L’Aquila è dilaniata come ai tempi di Celestino V 

Il sindaco: «Basta divisioni, questo deve essere il tempo della riconciliazione e di lavorare insieme» L’arcivescovo Petrocchi: dal 13 ottobre, festa di Fatima, la diocesi avvierà un Biennio Mariano

L’AQUILA. Da una parte le autorità, proprio davanti alla statua di Celestino, dall’altra i comuni mortali – il cosiddetto “popolo di Dio” – con i capricci di questo caldo di fine agosto a restituire un po’ di “giustizia divina”, lasciando proprio a politici e rappresentanti istituzionali – insomma a chi si trova, giocoforza, a indossare il vestito delle grandi occasioni – le postazioni più assolate.
In qualche modo, la platea di Collemaggio è lo sfondo adatto per le parole del sindaco, Pierluigi Biondi, al termine della celebrazione liturgica che precede la chiusura della Porta Santa. «Basta divisioni», ammonisce il primo cittadino, proprio facendo eco all’essenza dell’insegnamento del Papa eremita, «questo per noi deve essere il tempo della riconciliazione, della concordia, della lungimiranza per una città a lungo dilaniata da contrasti e polemiche. Dobbiamo tutti lavorare insieme per L'Aquila, così rivedremo le sue cupole, le sue strade, i suoi palazzi, e torneremo a respirare la vita che vi fluiva attraverso. L’Aquila, Città della pace, ha dovuto lottare per difendere la sua libertà, l’indipendenza, passando attraverso rivolte, invasioni. Così abbiamo fatto noi, negli anni del post-sisma in cui abbiamo manifestato per ottenere ciò a cui avevamo diritto».
Il giorno volge al tramonto, il Coro e l’Orchestra della Perdonanza scandiscono i passaggi della celebrazione liturgica e l’arcivescovo Giuseppe Petrocchi si rivolge alla città, dandole del “tu”: «Il Signore ti ha accompagnato nel tuo tempo attraversato da tante sofferenze, ma ogni volta ti ha dato la forza di rialzarti. Molti eventi ti hanno i fatto guerra, ma non ti hanno vinto. Con fierezza e audacia apri le tue ali al vento dello Spirito e torna a volare alto». E per il presule, affiancato dall’arcivescovo emerito, Giuseppe Molinari, il messaggio del Perdono si concretizza «nell’amore di un padre per i suoi figli. Un amore che va contro quella cultura egocentrica che tende a rottamare il sacrificio, considerandolo attentato al benessere. In questo, Celestino è stato un “Papa-papà”. Davanti al suo esempio, non abbiamo il diritto di essere avari di perdono». Durante la Santa Messa l’annuncio di Petrocchi che «in continuità con la Perdonanza e nella ricorrenza del centesimo anniversario delle apparizioni di Fatima, il 13 ottobre, la diocesi avvierà un Biennio Mariano». Un cammino di Peregrinatio Mariae, che si conclude con la consacrazione della città alla Madonna. Poi il Corteo del rientro della Bolla in Comune, con uno spettacolo di bandiere e tamburi e balletto medievale delle Dame dei Bandierai dei Quattro Quarti, associazione presieduta da Luca De Meo. Un’emozione grande per i figuranti. Applausi per tutti a partire dalla Dama della Bolla, Giorgia Ghizzoni, il Giovin Signore, Davide Romano, e la dama della Croce, Eleonora Colantoni. Ad accogliere i figuranti il concerto di musica sacra dell’Orchestra da Camera, in collaborazione con l’associazione musicale Athena, diretta dal maestro Carmine Gaudieri. In serata a conclusione dei festeggiamenti laici, il seguitissimo concerto di Ermal Meta, con il ritorno dei braccialetti e i metal detector.
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