Bollette Piano Case De Santis: «Nessuno paga più del dovuto»

L’assessore rassicura gli utenti: «Siamo pronti al dialogo» Poi l’attacco: «C’è volontà diffusa di non mettersi in regola»

L’AQUILA. «Nessuno corre il rischio di pagare più di quello che ha consumato. Siamo pronti al dialogo con comitati e minoranze in consiglio comunale, ma chiediamo un maggiore senso di responsabilità dei cittadini». L’assessore comunale Lelio De Santis risponde così ai consiglieri di centrodestra Davide Ferella, Emanuele Imprudente e Luigi D’Eramo che hanno chiesto un ordine del giorno con il quale si impegnano il sindaco e la giunta a «rinunciare a fatturare le bollette agli assegnatari del Progetto Case secondo l’opportunità di legge stabilita nell’emendamento 8 del decreto Sblocca Italia, e a procedere, entro 60 giorni dall’invio della nuova bollettazione, all’annullamento di quella recapitata nel settembre scorso, utilizzando il criterio della ripartizione più volte discusso nel corso di incontri con l’assessore competente». In particolare, la minoranza, come alcuni comitati cittadini, contesta la metodologia di calcolo delle bollette di gas ed energia elettrica, deliberato dalla giunta comunale e basato sui metri quadri con correttivi riferiti al consumo storico fino al 30 giugno 2014. «La difficile situazione sul piano sociale ed economico e i ritardi del governo sulla ricostruzione impongono a tutti, maggioranza e minoranza, di aver più consapevolezza e senso di responsabilità riguardo ai problemi che segnano questo momento politico amministrativo, a cominciare dalle criticità vecchie e nuove del Progetto Case», spiega De Santis. «In particolare, la riscossione dei canoni dei consumi del gas e dell’energia elettrica non può essere oggetto di scontro politico portato avanti dalle opposizioni, né oggetto di conflitto sociale a opera di alcuni cittadini o comitati che contestano le modalità di calcolo dei consumi. Mi permetto di ricordare che fu contestato anche il metodo precedente basato sulla lettura dei contabilizzatori, utilizzato fino al 31 marzo 2013 e ora non piace il nuovo metodo basato sui metri quadri mentre si invoca quello precedente. Il Comune negli anni ha accumulato dieci milioni di debito, di cui 5 di mancati pagamenti che si riferiscono alle bollette emesse fino al 31 marzo 2014, il periodo contabilizzato col vecchio calcolo. Dunque mi pare di capire che il problema non sia il metodo, quanto una volontà diffusa di non pagare». L’assessore ricorda anche che, per il periodo dal primo aprile 2013 fino al 30 giugno 2014, il Comune sta chiedendo il 75% dell’importo dovuto, riferito ai consumi di gas e energia, con una rateizzazione. «È legittimo voler pagare i consumi effettuati, ma è difficile per le negligenze nella costruzione dei fabbricati note a tutti. La giunta ha dato anche il via libera a una delibera in cui si decide di non esercitare diritto di acquiescenza. Mi sembra che i cittadini siano molto tutelati. Il colloquio con i comitati è stato sempre aperto, come anche quello con le minoranze. Nei prossimi giorni li sentirò per avere chiarimenti e controproposte. Ma chiediamo un maggiore senso di responsabilità».

Michela Corridore

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