Bonanni: «Barriere architettoniche, c’è molto da fare»

Il presidente dell’Anmil: «È anche una questione culturale: c’è ancora scarso rispetto per le persone con disabilità»

L’AQUILA. «Sul problema dell’abbattimento delle barriere architettoniche c’è ancora molto da fare». Ma l’indagine condotta a livello nazionale dall’Anmil, l’Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro, non può non tenere conto, per quanto riguarda L’Aquila, della fase di ricostruzione ancora in corso. Lo ribadisce, il presidente territoriale dell’Anmil Luigi Bonanni, nel presentare i risultati dello studio, condotto prevalentemente sul centro storico di una città che ha subìto il terremoto del 2009: «A tale proposito», spiega Bonanni, «affinché questa nostra iniziativa non venga usata come una mera strumentalizzazione, a danno dell’attuale amministrazione comunale con cui abbiamo un dialogo aperto e di collaborazione, è doveroso dare alcune specifiche su questo primo, sommario parere sulla vivibilità per tutti dell’intera città, scaturito anche dai riscontri di alcuni nostri associati su sedia a rotelle». Bonanni chiarisce che «ad aggravare la situazione si aggiunge la mancanza di una cultura del rispetto delle persone con gravi disabilità motorie e sensoriali: dall’occupazione dei parcheggi riservati ai disabili, all’occupazione delle zone antistanti gli scivoli sui marciapiedi o alla predisposizione di pedane non a norma». Ma vediamo quali sono le criticità ravvisate: «Per le zone aperte nel centro storico è emerso che non tutti i bar sono accessibili, i pochi parcheggi per disabili sono sempre occupati e, molto spesso, da persone che non ne hanno diritto. Alla Villa comunale», aggiunge il presidente Animil, «tutto è rimasto più o meno come prima e con molte difficoltà per un normodotato. La zona del Torrione, che è la più accessibile, vede ancora case non ristrutturate e il loro completamento non avverrà di certo prima di due anni. Inoltre, sempre al Torrione, ci sono solo un paio di bancomat accessibili e anche nella farmacia non è possibile entrare a causa delle barriere architettoniche». Dall’indagine viene fuori che «in tutto il centro storico rimangono ancora strade dissestate con sampietrini non allineati, molte buche, e i marciapiedi sono stati ricostruiti senza un vero criterio: in alcune vie ci sono solo da un lato, in altre non ci sono affatto e molti di quelli esistenti in diversi punti sono talmente stretti, che una carrozzina non può starci sopra. Questi aspetti», sottolinea Bonanni, «in una ricostruzione devono essere assolutamente considerati. Altra nota negativa riguarda l’inesistenza di parcheggi riservati a disabili davanti agli uffici pubblici e ciò vuol dire che, ammesso di trovare un parcheggio, è possibile che sia a una certa distanza dall’ufficio in questione. Quanto ai locali dove sono state messe delle rampe, non sempre si è trovata in questo modo una soluzione che consenta una mobilità in piena autonomia, perché o troppo ripide e o strette e quindi estremamente rischiose. In pratica, pur considerando le problematiche create dal terremoto, riteniamo che ogni opera o struttura nuova non possa ignorare le norme, né tantomeno dovrebbero essere concessi permessi senza le adeguate verifiche».

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