Cadono calcinacci a scuola I genitori: calvario infinito 

L’ex sede della Croce rossa ospita i 350 alunni “spostati” da viale Togliatti Ma della ristrutturazione del vecchio edificio si sono ormai perse le tracce

SULMONA. Prima i lavori fermi, poi un incendio nella vecchia sede e ora i calcinacci nella “nuova”. Sembra non avere fine il calvario per gli alunni della Lombardo Radice, la scuola elementare di viale Togliatti in attesa di interventi di mitigazione del rischio sismico i cui alunni sono stati trasferiti nell’ex sede della Croce rossa. Solo che, nel frattempo, anche la palazzina gialla alla zona artigianale che ha prima accolto la Croce Rossa, poi gli studenti del Liceo Classico e l’Asl, comincia ora a dare i primi segni di cedimento. L’intonaco sta cadendo a pezzi in più punti e in particolare in corrispondenza dell’ingresso principale che è stato messo “in sicurezza” alla meno peggio con del nastro bianco e rosso, legato a una sedia presa dalle aule e a una delle colonne della struttura.
Pilastri portanti che dovrebbero garantire la tenuta statica dell’edificio e che si presentano ora “scuoiati”, fino a mostrare l’armatura in ferro e il cemento grezzo che li compongono. In attesa da più di un anno di comunicazioni ufficiali sui lavori da effettuare, i genitori dei 350 piccoli alunni trasferiti da settembre ora pretendono risposte.
«I soldi nel cassetto stanno ammuffendo e i bambini sono costretti con le famiglie a vivere nel limbo per quanto riguarda il futuro della scuola», incalzano dal comitato “scuole sicure” dopo aver immortalato la scena dei calcinacci caduti e di una parte dell’edificio transennata.
Il comitato torna a chiedere lumi sui lavori nella sede storica di via Togliatti, sollevando una serie di dubbi ancora da sciogliere sull’iter autorizzativo e burocratico.
«Che fine faranno i bambini di oggi e di domani iscritti alla Lombardo Radice?», si chiedono i genitori, «dopo il silenzio assordante da parte dell’amministrazione comunale sul doloroso capitolo scuole sicure, il comitato vuole sapere cosa ci aspetta, cosa attende centinaia di bambini e di genitori nel prossimo futuro. Dal momento che i lavori di adeguamento non sono partiti e quelli per il nuovo polo restano per ora solo un proposito già disatteso, ci chiediamo a questo punto se forse sia il caso di rassegnarsi all’idea di dover usufruire di edifici scolastici vecchi e a rischio crollo in caso di terremoto».
©RIPRODUZIONE RISERVATA