Call center 3G, altri posti a rischio

Il gruppo annuncia 248 esuberi nei tre poli di Sulmona, Roma e Campobasso. Già 87 i licenziamenti

SULMONA. Nuovi licenziamenti in arrivo alla 3G. Il gruppo di telecomunicazioni ha annunciato 248 esuberi da spalmare nei tre poli di Roma, Sulmona e Campobasso. Il call center sulmonese ha comunicato altri tagli alla luce del reintegro di 30 operatori a Campobasso, disposto dal tribunale che ha rigettato i licenziamenti avviati dall’azienda. Ottantasette erano stati i tagli fatti in città nei mesi scorsi, 51 dei quali sono stati impugnati.

Si resta, dunque, in attesa della sentenza del giudice del lavoro prevista per la prossima settimana al tribunale di Sulmona. Tra i circa 400 operatori telefonici rimasti al lavoro – 250 assunti con contratto a tempo indeterminato e 150 con collaborazioni coordinate – serpeggia grande preoccupazione. Perché, da un lato, la giustizia dà loro ragione, ma dall’altro la società insiste coi tagli. Si stanno tenendo in queste ore le assemblee e non mancano toni accesi e accuse rivolte anche ai sindacati.

«Noi abbiamo fatto il possibile per evitare questa “strage”», afferma Tonino De Simone della Fistel-Cisl. «Capiamo lo stato d’animo dei lavoratori, ma siamo pronti a continuare la battaglia e a salvare importanti posti di lavoro in una zona in forte depressione economica». La 3G, infatti, con il suo numero di occupati, rappresenta la seconda realtà produttiva della zona, dopo la Magneti Marelli. Un fortino di posti di lavoro che – tra difficoltà varie e perdita di commesse – è riuscita ad arrivare fino a oggi. Ora, però, con gli appalti al ribasso e le aziende che investono nei paesi dell’Est dove il costo del lavoro è di gran lunga inferiore, la parabola dei call center avviata dalla riforma Damiano sulla stabilizzazione dei precari, è in caduta libera. Per questo, andando all’uscita dei turni di lavoro, è anche difficile avvicinare qualche operatore. Camminano tutti a testa bassa verso le loro auto lasciate lungo viale del Lavoro, che non riesce a contenerle tutte.

«Io lavoro qui da cinque anni», racconta una 30enne. «Ho creduto in quest’azienda e ho deciso di restare a Sulmona. Ora, però, temo di essere tra i prossimi che saranno mandati a casa. Me la sono scampata già un paio di volte, vedendo andar via miei colleghi storici. Adesso, però, la platea si restringe e la paura aumenta». Nei mesi scorsi gli operatori del call center sulmonese avevano tirato un sospiro di sollievo, dopo che l’azienda aveva congelato i licenziamenti in seguito alla prima ottantina di lettere inviate, sul totale degli esuberi annunciati di 232 in tutto il gruppo, 102 dei quali solo in città. Purtroppo, le nuove commesse non sono bastate per il ritiro delle procedure di licenziamento annunciate. Tra i nuovi contratti si registra quello di Poste Italiane, che doveva occupare una quarantina di lavoratori, prima di essere, però, dirottato sullo stabilimento di Campobasso.

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