Candidato minacciato su Facebook, il pm indaga

Disposti accertamenti informatici per risalire all’identità dei responsabili Messaggi inquietanti in campagna elettorale: «Lo eliminiamo con la stricnina»

L’AQUILA. «Lo eliminiamo». E subito dopo: «Sì, tranquillo, io la stricnina ce l’ho». Messaggi minatori comparsi nella grande rete di Facebook in piena campagna elettorale, quando il destinatario delle attenzioni poco ortodosse da parte degli interlocutori era in piena corsa per l’elezione a consigliere comunale. Messaggi che hanno portato la vittima a non nascondersi ma a denunciare tutto alla Procura che ha immediatamente aperto un fascicolo per individuare i responsabili.

La vicenda, che risale ad alcuni mesi fa, è venuta fuori soltanto adesso a causa dello stretto riserbo degli investigatori sull’argomento. Segno evidente che la denuncia e la portata delle minacce non sono state sottovalutate ma anzi vengono tenute nella massima considerazione. Per cercare di fare luce sull’accaduto sono stati disposti anche degli accertamenti informatici, affidati a veri e propri esperti della materia, per rintracciare quei messaggi nei vari profili di Facebook dove questi dialoghi dal contenuto censurabile erano comparsi a più riprese. La stessa sfortunata vittima delle minacce si è presentata nei giorni scorsi negli uffici provvisori del tribunale di Bazzano per riferire agli investigatori ogni aspetto della delicata vicenda. L’aspirante consigliere comunale, dopo aver superato una prima fase di smarrimento alla vista di quelle frasi, si è messo a disposizione per cercare di arrivare il prima possibile alla verità. Per il momento sono stati individuati due possibili sospettati, ma non tutti gli accertamenti sono stati perfezionati e dunque potrebbero essere coinvolte nella storia altre persone. Il movente è stato individuato nell’avversione politica nei confronti del candidato, visto che le persone che gli promettevano sul Web un male ingiusto non possono essere propriamente annoverate tra i sostenitori della sua parte.

Non è questo il primo caso di abuso informatico emerso nel corso della campagna elettorale amministrativa che ha portato alla rielezione del sindaco Massimo Cialente. Infatti, su Facebook, la propaganda è spesso sfociata in attacchi personali dall’una e dall’altra parte con minacce di ricorso alle vie giudiziarie. Senza dimenticare, poi, i messaggi comparsi sulle varie bacheche virtuali oppure inviati ai telefonini, anche a urne aperte, per invitare gli elettori indecisi a prendere posizione in favore del candidato di turno. Su questi e su altri aspetti sta facendo luce la magistratura anche in seguito a una serie di esposti presentati da persone che si sono sentite danneggiate da queste condotte.

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