Capestrano, cinghiali distruggono 4mila bulbi di zafferano

Scorribanda dei selvatici in un campo coltivato con la preziosa spezia. Il proprietario: in fumo anni di lavoro

CAPESTRANO. L’amara sorpresa tre giorni fa, quando Alfonso D’Alfonso, titilare a Capodacqua di Capestrano di un’azienda agricola e un agriturismo che offre lavoro a una decina di persone, è andato sul campo di zafferano per la ripresa dell’attività. Davanti ai suoi occhi la desolazione, i cinghiali avevano divorato 4mila bulbi della preziosa spezia. «Non bastano i terremoti, le nevicate, le gelate, le frane», ha raccontato D’Alfonso che in anni lontani è stato assessore provinciale e presidente dell’Arpa, «ci eravamo dimenticati dei cinghiali. Questi simpatici suini non autoctoni hanno “degustato” i bulbi di zafferano selezionati in tre anni di duro lavoro. Li hanno scavati uno ad uno mangiandoli tutti».

Un ulteriore danno economico dopo la gelata del 25 aprile dello scorso anno, che aveva mandato a terra quasi la metà del vigneto.

«Adesso», dice, «dobbiamo andare a cercare i bulbi. Non sarà facile trovarne. I cinghiali negli ultimi anni hanno devastato la coltivazione di grano solina (che dà il nome all’agriturismo), quella del farro. Si sono salvati solo gli agli. Qui viene tanta gente superando anche la psicosi che ha tenuto lontano alcuni da questo territorio bellissimo». «E per tutti i danni dello scorso anno», aggiunge, «non si è visto un euro di risarcimento».

I cinghiali stanno devastando ormai da anni i raccolti e l’allarme era stato lanciato più volte anche dal Cospa. Tuttavia, nonostante le promesse, le poche iniziative adottate per ridurre queste scorribande non sono servite a nulla.

Irrisolto anche il problema riguardante gli incidenti stradali, alcuni dei quali anche gravi, imputabili al passaggio di questi animali lungo le strade provinciali. Tempi lunghi, anche qui, per i risarcimenti.

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