Capistrello, la sfida dell'occupazione

L'amministrazione lotta per dare nuove prospettive ai suoi abitanti

CAPISTRELLO. Il paese meritava ben altra sorte da quella alla quale l'incapacità delle amministrazioni passate l'hanno condannata. Capistrello, che fu in prima fila nella lotta per la libertà contro i nazisti, che il 4 giugno 1944 trucidarono 33 cittadini inermi, e per la quale è stata insignita dall'ex presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, della medaglia d'oro, si trova oggi a combattere un'altra dura battaglia: quella contro il dissesto economico e finanziario. A decretare il fallimento del Comune, nel 2008, è stato il commissario prefettizio, subentrato a una giunta di centrodestra, capeggiata da Alberto Scatena. L'Ente aveva accumulato un debito di quattro milioni di euro: duemila euro per famiglia. È con questa realtà che l'amministrazione di centrosinistra, in carica dalla primavera del 2010, si trovata a fare i conti.

È capeggiata da Antonino Lusi, 66 anni, ex docente di Storia moderna e contemporanea all'Università di Salerno. È stato consigliere comunale di Capistrello, nelle file del Pci, dal 1975 al 1978. Da allora, nonostante i pressanti inviti dei suoi concittadini a capeggiare uno schieramento di centrosinistra, si è tenuto sempre da parte. «Non potevo fare il sindaco solo nel fine settimana», si giustifica Lusi. Andato in pensione, nel 2010, dopo la gestione commissariale, si è candidato, vincendo le elezioni. Il Comune era allo sbando. Ma Lusi non si è perso d'animo. Insieme agli assessori, persone competenti e determinate, si è rimboccato le maniche e si è messo a lavoro per risollevare le sorti di Capistrello.

«Ci siamo trovati di fronte una situazione disastrosa», esordisce il primo cittadino, con accanto la giunta al completo, incontrato in Municipio, «un debito pubblico da brivido, finanziamenti non utilizzati, un abusivismo edilizio di proporzioni gigantesche, pratiche inevase da anni. Come se ciò non bastasse», prosegue, «tutti i terreni demaniali a uso civico sono stati venduti. Così oggi, se abbiamo bisogno di aree, per realizzare dei servizi, siamo costretti ad acquistarle a prezzo di mercato». Per rimettere in moto la macchina amministrativa, la nuova giunta come primo provvedimento ha azzerato tutti gli incarichi dirigenziali. Quindi, facendo economia (sindaco e assessori, ad esempio, hanno rinunciato al compenso) e utilizzando i fondi non spesi dalle precedenti amministrazioni, ha messo in cantiere una serie di interventi: sistemazione della villa comunale, consolidamento della parte rocciosa che sovrasta il centro abitato, rifacimento del campo sportivo, messa in sicurezza dell'edificio che ospita le elementari e la materna (l'inaugurazione è prevista per domani). Sebbene poi il Comune sia obbligato per cinque anni a non abbassare le tasse, tuttavia, la tariffa sul trasporto scolastico è stata dimezzata e quella sull'acqua ridotta con l'affidamento del servizio al Consorzio.

Un inizio di legislatura promettente, che lascia ben sperare per il futuro. Ma le risposte che Capistrello si attende dalla nuova amministrazione sono tante.

Innanzitutto quella dell'occupazione. La cittadina non offre prospettive di lavoro. Così i capistrellesi sono costretti ad emigrare sia in Italia che all'estero, soprattutto nei Paesi dell'Est. Lavorano per lo più alle dipendenze di società che costruiscono metropolitane e gallerie. Un'attività che è nella tradizione di Capistrello. Già nella seconda metà dell'Ottocento numerosi residenti sono stati impiegati nella realizzazione dell'emissario Torlonia, che ha permesso il prosciugamento del Fucino, e delle gallerie della ferrovia Avezzano-Sora-Roccasecca. Questo tipo di lavoro espone gli operai al rischio di contrarre la silicosi. Nella Marsica, Capistrello, purtroppo, ha il triste primato di persone affette da questa malattia. Ad emigrare, in cerca di lavoro, sono gli uomini. con conseguenze spesso laceranti per la famiglia, il cui peso viene a gravare interamente sulle donne. Per porre un freno all'emigrazione occorre creare nuovi posti di lavoro. È l'obiettivo che l'amministrazione Lusi si è prefisso, puntando soprattutto sul turismo. «In programma», spiega Lusi, «abbiamo la realizzazione di due centrali idroelettriche e di un parco fluviale lungo il Liri e la valorizzazione dell'emissario di Claudio (l'imperatore romano che per primo tentò il prosciugamento del Fucino), e dei siti archeologici di Pescocanale e Corcumello». Sull'esempio di Collarmele, il Comune intende puntare anche sulla produzione di energia pulita.

«Con gli introiti», assicura Lusi, «potremmo garantire ai cittadini i servizi necessari e rilanciare l'economia». Un'altra grande sfida per la giunta Lusi sarà la lotta alle devianze giovanili. Capistrello costituisce il crocevia del narcotraffico, essendo un passaggio obbligato per la droga proveniente dal Frusinate e dal Napoletano. Da qui l'elevato numero di tossicodipendenti. E purtroppo non è la sola piaga che affligge il mondo giovanile capistrellese. Molti sono i ragazzi, infatti, dediti all'alcol. Per contrastare il fenomeno l'ex sindaco Scatena impose ai baristi il divieto di servire bevande alcoliche ai giovanissimi. Provvedimento che non ha sortito purtroppo alcun effetto.

«Alcolismo e tossicodipendenza», avverte il primo cittadino, «non si si sconfiggono con i divieti, ma promuovendo attività sportive e culturali. I ragazzi vanno motivati e coinvolti in iniziative che li facciano sentire protagonisti. Questa sfida possiamo vincerla, se famiglia, scuola e altre istituzioni faranno ciascuna la propria parte».

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