Caporciano, trovata la tomba di un guerriero di quasi 3000 anni fa

Potrebbe essere uno dei condottieri che diedero il via alle campagne di conquista dell’Abruzzo costiero la cui occupazione definitiva è avvenuta nel VI secolo avanti Cristo

L'AQUILA. Il sole è tornato a battere, ieri, sulle punte arrugginite delle armi di un guerriero di 2800 anni fa. Era forse uno dei condottieri che diedero il via alle campagne di conquista dell'Abruzzo costiero la cui occupazione definitiva è avvenuta nel VI secolo avanti Cristo.
A guidare gli abruzzesi dell'entroterra potrebbe essere stato Nevio Pompuledio, il re più noto come Guerriero di Capestrano.

E' una storia ancora da scrivere quella che racconta l'archeologo della Soprintendenza Vincenzo D'Ercole, seduto davanti ad un tavolinetto a pochi metri dalla tomba 272 della necropoli di Caporciano: la più importante delle 300 indagate finora con una campagna di scavi partita il mese scorso grazie ad un programma della direzione regionale per i beni culturali che ha attribuito all'archeologia centomila euro dei fondi dell'otto per mille.

La tomba, probabilmente con una struttura a camera (ampia tre metri per cinque), doveva appartenere ad un guerriero di alto rango, a giudicare dal corredo: due pugnali, cinque lance, una mazza ferrata, ma anche un grande otre per il vino con una capienza di almeno un quintale, due brocche in bronzo provenienti dal sud dell'Etruria, spiedi in ferro per cuocere la carne e dei bastoni da neve per spostarsi agevolmente sul ghiaccio. «Tombe di questa grandezza, fino ad ora, le abbiamo trovate solo nella necropoli di Campovalano e non nell'area dei Vestini» ha spiegato D'Ercole, «doveva avere al suo interno pareti di legno e un tetto in pietra, poi crollato, a giudicare dai tanti massi trovati all'interno della tomba». Tra questi anche una pietra incisa con cerchi concentrici, probabilmente il resto di una stele funeraria.

«Tra il IV e il III secolo a.C.» continua D'Ercole, «la camera funeraria è stata invasa da altre due tombe a fossa che ne hanno tagliato la parte bassa. E' evidente la necessità di spazio che si aveva in queste necropoli, forse dovuta al fatto che la zona era molto popolata». I risultati degli scavi saranno al centro di un incontro il 4 agosto nel municipio di Caporciano.

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