Carcere e tribunale: Chiavaroli in visita promette sostegni

Il sottosegretario alla Giustizia incontra detenuti e personale Ma sul destino del palazzo di giustizia nessuna certezza

SULMONA. Si è intrattenuta a lungo coi detenuti delle varie sezioni, ascoltando le loro richieste e i loro racconti di vita dietro le sbarre. «Perché delle carceri, all’esterno, c’è una pessima rappresentazione», ha detto il sottosegretario alla Giustizia Federica Chiavaroli, meravigliandosi di aver trovato all’interno del supercarcere sulmonese aule per gli studi superiori (convenzionati con gli istituti cittadini), una vasta biblioteca, un orto e tantissimi laboratori. Sono moltissime le attività organizzate all’interno della struttura di via Lamaccio, grazie all’impegno del direttore Sergio Romice (foto piccola a destra), degli educatori, dei medici e del personale di polizia penitenziaria. Nella seconda classe dell’Istituto agrario alla sezione blu dell’alta sicurezza, la parlamentare abruzzese chiacchiera a lungo con i detenuti-allievi. «Sono sempre stata convinta della necessità di una figura che tuteli i detenuti», è intervenuta Chiavaroli tra i banchi dell’aula del supercarcere, «come sono convinta che il Dipartimento di amministrazione penitenziaria potrà fare di più per la formazione degli agenti e i luoghi di svago da dedicare ai detenuti. Va detto, però, che avete un ambiente molto grande e che qui le strutture non mancano e non mancheranno».

Il riferimento è ai lavori del nuovo padiglione della casa di reclusione di via Lamaccio, i cui lavori proseguono spediti. Sono 456 i detenuti di massima sicurezza, ergastolani e collaboratori di giustizia. Reclusi che fanno del carcere peligno un istituto di primo livello, destinato a diventare ancora più grande con la fine dei lavori sul nuovo padiglione, che ne ospiterà ben 700. «I lavori vanno avanti e in un paio di anni dovrebbero terminare», ha detto Romice, che ha “scortato” Chiavaroli durante la visita, presentandole i vari detenuti e agenti per nome. Presenti – tra gli altri – al “tour carcerario” anche l’assessore regionale alle Aree interne Andrea Gerosolimo, il presidente del tribunale Giorgio Di Benedetto e il giudice del tribunale di Sorveglianza Alfonso Grimaldi. Proprio lui ha fatto notare al sottosegretario che le carenze di organico all’Aquila non fanno altro che ostacolare quanto di buono si fa in carcere.

La visita fa tappa anche alla biblioteca, scaffali in legno chiaro realizzati dai detenuti che contengono centinaia di libri catalogati e due persone che si occupano del prestito dei testi. «E, siccome il tempo non manca», come dicono i custodi, in dialetto siciliano, «ci siamo divertiti a fare una statistica. C’è chi ne ha letti ben 101». Una sorpresa, per Chiavaroli, sapere che molti reclusi sono iscritti all’università.

Il sottosegretario preferisce non sbilanciarsi sul futuro del tribunale, anche se la sua nomina – assieme a quella dell’altro abruzzese Giovanni Legnini a vicepresidente del Csm – ha ridato speranza alla battaglia a difesa dei tribunali minori, come quello sulmonese la cui chiusura è stata prorogata a settembre 2018. «Sono sicura che con l’impegno di tutti si avranno buoni risultati, soprattutto smettendo di farci la guerra tra campanili», ha detto Chiavaroli, che ha poi proseguito la sua visita fino alla Scuola penitenziaria.

Federica Pantano

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