Casa dello studente: "Mancava un pilastro"

Tutte le verità della perizia. Il crollo dell’edificio determinato dalla mancanza di un pilastro. All'’Aquila i periti della Procura scoprono gli errori e le carenze che provocarono otto morti. Secondo i periti della Procura il crollo dell’edificio è avvenuto per un errore umano e non per la scossa

L’AQUILA. La perizia sul crollo della Casa dello studente sembra dare una risposta chiara alle domande dei familiari delle otto vittime sulle cause della tragedia: «L’ala nord collassata non aveva un pilastro, presente invece in altri punti corrispondenti dell’edificio, che invece hanno retto». I periti della procura della Repubblica, comunque, hanno riassunto in sei censure le concause della disgrazia.

LA RELAZIONE. In sostanza, secondo i 2 principali consulenti della procura, Francesco Benedettini e Antonello Salvatori, sono stati gli errori umani, evitabili, a causare l’irreparabile, e non la scossa giudicata, sulla scorta di valutazioni fatte dai sismologi e riportate della perizia di 160 pagine, «di magnitudo moderata».

Diversamente, dicono i periti, «è ragionevole ipotizzare che l’ala nord della Casa dello studente non sarebbe crollata in occasione del sisma. Queste conclusioni sono avvalorate dal fatto che le altre due ali dell’edificio non sono crollate e dal confronto con il panorama edilizio circostante e delle sue condizioni dopo il sisma».

LE SEI CENSURE. I periti, pertanto, hanno indicato in sei punti le motivazioni della sciagura nella quale morirono otto ragazzi. Una, per l’appunto, è che nel progetto del 1965 manca un pilastro. Ecco le altre. «Il progettista non ha previsto in alcuna parte dell’edificio un sistema resistente adatto a sopportare azioni orizzontali provenienti da tutte le direzioni». Inoltre «L’impresa esecutrice non ha disposto le staffe di armatura dei pilastri all’interno dei nodi della struttura secondo quanto previsto dal progetto»; «il calcestruzzo usato» si legge ancora nella relazione, «appare fortemente disomogeneo da potersi definire scadente e in complesso di qualità inferiore rispetto alle specifiche progettuali; «dopo la realizzazione dell’edificio» osservano ancora i periti «nessuno ha mai chiesto o fatto lavori di adeguamento funzionale che riguardassero le strutture, anche quando cambiava la destinazione di uso da civile abitazione a residenza universitaria»; infine, sempre secondo gli esperti, «ci sono danni alle strutture causati da cattiva posa in opera degli impianti termici, idrici ed elettrici».

ILTERRENO. «Pur condividendo l’affermazione generale per la quale in corrispondenza dei sedimenti alluvionali del fiume Aterno si possono attendere rilevanti fattori di amplificazione del sisma», scrivono i periti, «si ritiene di poter ragionevolmente escludere che tali fattori possano avere riguardato il sito della Casa dello studente in quanto l’area in questione non si trova su sedimenti alluvionali come dimostra l’esito del sondaggio. Inoltre si sottolinea ancora una volta come le altre due ali del palazzo e gli edifici adiacenti non sono crollati».

IL PROGETTO. Non mancano delle critiche rivolte al progetto originale del 1965. «I documenti resi disponibili» si legge nella relazione, «indicano una progettazione carente nei contenuti e caratterizzata da errori e omissioni. Tra le altre cose il progettista non prevede un sistema resistente alle azioni sismiche disposto in maniera da applicare a tutte le direzioni come prevista dalla normativa vigente all’epoca».

RESTAURI. «Durante le fasi di adeguamento funzionale», asseriscono i periti, «tutte le lacune strutturali non sono mai state oggetto di valutazione da parte dei responsabili delle varie amministrazioni dello stabile, dei vari progettisti, dei direttori dei lavori, etc. Anche le modifiche alle configurazioni di peso dell’edificio (nuovi tramezzi o pannelli solari) non sono stati oggetto di alcuna minima considerazione sul loro impatto». «Questo atteggiamento negligente» commentano i periti «ha fatto preferire costantemente dei lavori di cura estetico funzionale dell’edificio mentre non sono mai stati rivolti ad assicurare una costruzione solida e rispondente alle norme. Inoltre alcune demolizioni di travi e pilastri per consentire il passaggio e l’alloggiamento di tubazioni e canali hanno prodotto effetti negativi su alcuni elementi strutturali».

MANUTENZIONE. Ancora accuse di negligenza. «Nei passaggi di proprietà dell’edificio» dicono i periti, «non risulta essere mai stato chiesto o eseguito alcun controllo atto ad avere cognizione delle capacità di resistenza dell’edificio ai carichi. L’edificio, che già nasceva con una concezione poco adatta alla resistenza al terremoto, tale è rimasto anche dopo il passaggio di proprietà quando è stato utilizzato come struttura per studenti». I periti fanno anche un’altra valutazione: gli edifici crollati all’Aquila in occasione del terremoto sono meno dell’uno per cento del totale.

FORMA A STELLA. Censurata dai periti anche la forma del palazzo a stella. «Una forma» assicurano che è stata scelta «per il soddisfacimento di esigenze artistico-architettoniche, senza nessun riferimento alle implicazioni in tema di ingegneria strutturale che comporta e che sono notevoli». Da segnalare, poi, che i pannelli solari, pesanti 400 chili, erano posti proprio in corrispondenza dell’ala nord collassata.

SVILUPPI. Ora i legali degli indagati stanno preparando le loro memorie difensive il cui termine di presentazione scadrà tra 10 giorni. Sotto inchiesta per omicidio colposo e lesioni gravi (17 i feriti con traumi anche psichici) ci sono il costruttore Claudio Botta, gli ex titolari dell’immobile (tutti deceduti) e i tecnici che a vario titolo hanno effettuato a fine anni ’90 e nel 2003 i restauri: Giorgio Gaudiano, Walter Navarra, Bernardino Pace, Carlo Giovani, Pietro Centofanti, Tancredi Rossicone e Massimiliano Andreassi, oltre a coloro che hanno avuto responsabilità amministrative: Pietro Sebastiani, Luca Valente e Luca D’Innocenzo. Sono assistiti dagli avvocati Piergiorgio Merli, Massimo Carosi, Nicola Apa, Vincenzo Colaiacovo, Mercurio Galasso, Lino Nisii, Angelo Colagrande, Attilio Cecchini, Fabio Alessadroni, Massimo Rampini e Fausto Corti.

LE VITTIME. I morti nel crollo: Marco Alviani, Luciana Capuano, Davide Centofanti, Alessia Cruciano, Francesco Esposito, Hussein Hamade, Luca Lunari.