Casa dello studente, prime schermaglie

Il magistrato non si presenta e D’Innocenzo se ne va: «Niente interrogatorio senza pm».

L’AQUILA. La Procura fissa l’interrogatorio chiesto da Luca D’Innocenzo, indagato per il crollo della Casa dello Studente, ma visto che all’appuntamento si presentano i rappresentanti della polizia giudiziaria e non il pm, D’Innocenzo, di intesa con i suoi legali, rinuncia al confronto. Prime schermaglie giudiziarie, dunque, e siamo solo all’inizio.

E’ uno dei difensori Fabio Alessandroni, (l’altro è Fausto Corti) a commentare l’accaduto. «Pensavamo di trovare, anche per una questione di rango, i pm titolari dell’inchiesta» ha spiegato l’avvocato «ai quali avremmo avuto il piacere di spiegare la posizione del mio assistito e la sua assoluta estraneità ai fatti contestati. Ma una volta visto che c’era la Pg a gestire la cosa, abbiamo preferito presentare una memoria».
«Pur con tutto il rispetto per la Pg che sta facendo un lavoro prezioso», ha detto Alessandroni facendo un parallelo, «ritengo che per questioni di rango, quando in una azienda arriva un personaggio importante viene ricevuto dal presidente o dall’amministratore. Ma evidentemente i pm avevano impegni pregressi».

LA MEMORIA.
Nella memoria si chiede l’archiviazione per D’Innocenzo, ex presidente dell’Azienda per il diritto allo studio ed ex assessore comunale, il quale è indagato per omicidio colposo insieme ad altre persone.

NESSUNA FUNZIONE.
«E’ di palese evidenza», si legge nella memoria, «l’assoluta estraneità di Luca D’Innocenzo, non potendo egli stesso ingerirsi, in maniera assoluta (ex articolo 3 legge 77/99) in quelle che sono funzioni di esclusiva competenza dei dirigenti dell’azienda. Sorprende ed indigna, dunque, che, nonostante la stessa consulente del pm abbia escluso il nostro assistito dal novero dei responsabili di condotte illecite, egli continui a risultare indagato per fatti che gli sono estranei». «Il 9 maggio 2006, con una nota, il dirigente del servizio tecnico, in risposta a una lettera di D’Innocenzo», si legge ancora nella memoria, «dichiarò che i lavori eseguiti nella Casa dello Studente erano consistiti nel totale risanamento dell’immobile e avevano ovviato a delle condizioni di estrema precarietà dello stesso dal punto di vista strutturale. Giova chiarire che all’epoca in cui venne stipulato il contratto di appalto per lavori di restauro e risanamento conservativo dell’immobile, (anni 2003-2004) Luca D’innocenzo non era il presidente dell’Adsu, essendo stato nominato solo il 26 aprile 2006».

NIENTE ALLARMI.
«La accorta lettura degli atti» proseguono gli avvocati, «ha evidenziato che in nessun verbale emergono allarmi riferiti dagli inquilini o dallo stesso personale amministrativo a D Innocenzo».

CRITICA AL PM.
«Si palesa in tutto il suo stridente contrasto» dicono i legali «il modo di agire del Pm avendo ritenuto di non sottoporre alle indagini i presidenti e gli organi politici che si sono succeduti ai vertici dell Adsu nelle varie epoche di realizzazione dei lavori (succedutisi dal 1999 al 2004), oggetto delle reiterate censure dei periti. Coerenza logica e sistematica avrebbe voluto che, scelta la via di non sottoporre al vaglio critico l’operato di quei vertici (invece più direttamente interessati dall’esito delle indagini preliminari), stessa opzione fosse registrata a maggior ragione nei confronti di Luca D’Innocenzo, subentrato in epoca storicamente ben lontana dalla realizzazione di quei lavori».

SVILUPPI.
Fin qui la difesa dell’accusato. Ora la palla passa alla procura della Repubblica che dovrà pronunciarsi sulle richieste di rinvio a giudizio, o meno, degli indagati per il crollo della struttura universitaria. Il tutto avverrà in tempi stretti.