Case B e C, disputa sulla proroga

Scaduti i termini, la Protezione civile fa i conti e non esclude altri rinvii

L’AQUILA. «Una proroga per le case B e C? Non si può escludere a priori. Ma adesso fateci fare bene i conti». Il professore Mauro Dolce, responsabile del Progetto case della Protezione civile, non chiude la porta agli aquilani rimasti fuori dalla richiesta di contributo per la riparazione delle abitazioni danneggiate.

DIECIMILA DOMANDE. Le domande accettate fino a venerdì 18 dall’ufficio Fintecna allestito all’interno della caserma della Guardia di Finanza di Coppito hanno superato quota diecimila. «Tuttavia, al momento, non abbiamo ancora un quadro dettagliato della situazione, visto che nel censimento delle domande potenzialmente ricevibili c’è di tutto, dai garage ai caseggiati che sono costituiti da 20 appartamenti. Dall’altro canto, le domande che sono state inoltrate all’ufficio Fintecna si riferiscono sia a singoli appartamenti sia a condomìni, dunque a unità immobiliari formate da più di un appartamento. Per questo motivo, in queste ore, dichiarata conclusa la fase dell’accettazione delle istanze, stiamo lavorando sui dati.

Dobbiamo concentrarci sul database del censimento e sulle domande presentate, da dove, a lavoro concluso, dovremo estrapolare il dato complessivo delle abitazioni per le quali è stato regolarmente richiesto il contributo. Questo ci permetterà anche di capire, prima e meglio, se sarà il caso di valutare l’opportunità di procedere a una proroga, mediante un’eventuale riapertura dei termini già scaduti. Questa valutazione, tuttavia, è impossibile farla adesso. Dobbiamo lavorare sui numeri prima di assumere qualsiasi determinazione». Secondo una prima valutazione, tra le domande non presentate ci sono molte seconde case e anche una buona porzione di edifici ricadenti all’interno delle zone rosse dei centri storici.

GLI ESCLUSI. Il problema della richiesta dei contributi per la cosiddetta ricostruzione leggera negli ultimi giorni ha portato parecchi aquilani a fare il giro tra i vari studi professionali alla ricerca di un tecnico che fosse in grado di assicurare una perizia da presentare all’ultimo tuffo. Non tutti, però, ci sono riusciti e, anzi, sono stati in tanti coloro che si sono affrettati fino all’ultimo minuto utile per depositare le pratiche. Ora, tuttavia, a termini scaduti, potrebbero aprirsi nuovi scenari. Mentre gli ordini professionali, in testa quello degli Ingegneri, bocciano i limiti temporali imposti dalla legge per presentare la domanda («Se ho una casa rotta il diritto a ripararla mi spetta sempre e non si prescrive», dicono alcuni professionisti), c’è anche chi sta pensando di ricorrere per via giudiziaria.