Case, proteste per i danni «già esistenti»

L’AQUILA. Residenti del Piano Case chiamati a tirare fuori i soldi «anche per i danni già esistenti e non causati da noi». Una vicenda che riguarda più persone. L’ultimo esempio, riferito dal nipote,...

L’AQUILA. Residenti del Piano Case chiamati a tirare fuori i soldi «anche per i danni già esistenti e non causati da noi». Una vicenda che riguarda più persone. L’ultimo esempio, riferito dal nipote, riguarda una donna di 87 anni «vedova, pensionata, che dopo aver tanto peregrinato dal sisma, finalmente da poco è rientrata nel suo appartamento liberando anche in anticipo un alloggio di Sant’Antonio. Il giorno successivo alla comunicazione di restituzione dell’alloggio, è stata tempestivamente contattata da personale preposto alla riconsegna delle chiavi. Gli incaricati del Comune a cui avrebbe dovuto riconsegnare le chiavi, hanno riscontrato una lesione del piatto doccia (appena entrati in casa uno di loro si è immediatamente diretto in bagno). Egli stesso ha sostenuto che si trattava di una lesione dovuta all’assestamento della palazzina e/o del pavimento e non all’incuria, tant’è che analogo inconveniente lo avevano riscontrato anche in altri appartamenti del Progetto Case. Nonostante ciò le hanno detto che per riconsegnare l’appartamento deve sostituire il piatto doccia a sue spese. Lo stesso giorno la residente si è rivolta all’ufficio tecnico del Comune per chiedere una verifica ma questi signori non hanno inviato nessuno ma l’hanno contattata telefonicamente dicendole che queste situazioni sono state riscontrate anche in altri appartamenti e, pur non avendo causato lei il danno, doveva comunque sostituire il piatto docce accollandosi i costi. Una spesa prevista di circa 300 euro, e non tutti gli idraulici sono disposti a prendersi la responsabilità di effettuare riparazioni in alloggi Case». La residente si chiede «se tutto questo sia giusto e onesto. E se crolla un tramezzo lo paga chi ci abita? E i balconi crollati sono stati addebitati a chi ci abita? Nel frattempo l’appartamento rimane libero in attesa di una risposta del sindaco».