Case, un Piano di guai: altro balcone in bilico

Cese, allarme in un alloggio dopo un controllo di routine dei tecnici comunali Anche il pavimento si è lievemente inclinato. Sopralluogo della Forestale

L’AQUILA. Gli alloggi del Progetto Case si confermano di cartapesta: se i tecnici comunali non fossero intervenuti in tempo per una verifica, da qui a poco ci sarebbe stato un altro crollo di un balcone.

L’allarme è scattato due giorni fa in un alloggio del Piano Case di Cese di Preturo, in via Volontè, alla piastra 14, a poche decine di metri dal palazzo dove crollò il balcone il 2 settembre di un anno fa. Giorno nel quale la tragedia non ci fu solo per un caso, visto che un anziano signore, che quel giorno per fortuna era fuori casa, era solito trascorrere molto tempo nel balcone sottostante a quello caduto.

I tecnici comunali, in occasione del recentissimo sopralluogo di routine, hanno constatato che il balcone di via Gianmaria Volontè ha avuto un lieve cedimento strutturale. Quanto basta per far pensare che l’ipotesi di un cedimento totale sia tutt’altro che peregrina anche se non imminente. Gli accertamenti sono andati anche oltre e i tecnici comunali hanno anche verificato una lieve inclinazione del pavimento.

Il caso, sotto il profilo logistico, è stato già risolto dal Comune. Infatti, alla donna che viveva in quell’abitazione con la figlia, è stata assegnata un’altra casa nella piastra 7 sempre a Cese di Preturo.

Comunque, dato il forte allarme che c’è in tale contesto, è scattata inevitabilmente la notizia di reato e sul posto si sono portati agenti e polizia giudiziaria del Corpo forestale per il sopralluogo di rito e le verifiche.

Al di là di quello che potrà scaturire da accertamenti più approfonditi, questo evento non fa altro che rafforzare, come precisano gli stessi investigatori della Forestale, il teorema secondo il quale una gran parte degli alloggi del Progetto Case ha dei difetti costruttivi notevoli che in alcuni casi ne possono compromettere la stabilità.

Va anche ricordato che quella palazzina era già tra quelle giudicate a rischio e gli inquilini che abitavano lì non erano consapevoli del problema specifico visto che, per forza di cose, non si erano mai affacciati a quel balcone: questo, infatti, è tra gli 800 già sequestrati in 494 appartamenti, per ordine del giudice per le indagini preliminari del tribunale, dopo gli accertamenti della Procura della Repubblica affidati alla stessa Forestale, nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria aperta in seguito al suddetto crollo del balcone, che si staccò dal secondo piano, «per difetti di costruzione e utilizzo di materiale scadente».

L’inchiesta ha portato a iscrivere 37 persone nel registro degli indagati con le accuse di truffa aggravata ai danni dello Stato (da 18 milioni di euro), frode nelle pubbliche forniture, falso in atto pubblico e crollo colposo. Le perizie condotte sulle terrazze hanno riscontrato difetti costruttivi che hanno portato il legno, peraltro ritenuto di qualità scadente, a marcire e, quindi, a determinare crolli.

Il Comune, proprietario degli alloggi, ha lanciato l’allarme per la carenza di personale che sarebbe necessario a controllare la quasi totalità dei balconi, visto che l’indagine ha coinvolto solo il 10% dei manufatti, scoprendo gravi carenze.

Del resto, sempre in tema di alloggi pericolanti, è stato lo stesso procuratore Fausto Cardella, nel corso della conferenza stampa nella quale riferì degli sviluppi dell’indagine, ad affermare di non sapere le condizioni di sicurezza degli altri edifici che non sono stati oggetto dell’inchiesta. Di qui la necessità di tenere alta la guardia.

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