SPOGLIE prelevate da COLLEMAGGIO

Celestino V, avviata la ricognizione in un luogo segreto

L’AQUILA. Le spoglie di Papa Celestino V torneranno, entro il 5 maggio prossimo, nella basilica di Collemaggio all’Aquila dove era stato incoronato pontefice il 29 agosto del 1294, con una maschera...

L’AQUILA. Le spoglie di Papa Celestino V torneranno, entro il 5 maggio prossimo, nella basilica di Collemaggio all’Aquila dove era stato incoronato pontefice il 29 agosto del 1294, con una maschera di resina o d’argento che avrà le sembianze più vicine al suo volto naturale, con paramenti in materiale sintetico per assicurare la durata nel tempo, e con il pallio donato da Benedetto XVI nella visita del 28 aprile del 2009, tre settimane dopo il tragico terremoto dell’Aquila.

È cominciata ieri la ricognizione sulle spoglie di San Pietro Celestino affidata alla Commissione Diocesana nominata il 12 febbraio scorso – il giorno seguente l’annuncio di dimissioni di Benedetto XVI – il cui gesto è stato accomunato al «gran rifiuto» dell’eremita del Morrone, nato a Isernia tra il 1209 e il 1215, che lasciò il Pontificato il 13 dicembre 1294.

La ricostruzione delle vere fattezze del viso di Celestino V avverrà con tecniche innovative, tra cui l’ausilio dello scanner laser: la maschera di cera che ha ricoperto finora il cranio di Papa Celestino V aveva le sembianze e l’anello del cardinale Carlo Confalonieri, arcivescovo dell’Aquila dal 1941 al 1950. Intanto, secondo indiscrezioni emerse dopo il lavoro di circa tre ore, della commissione presieduta dall’arcivescovo Giuseppe Molinari, il cranio di Celestino V, rimosso ieri insieme alle ossa, presenta un foro che sarebbe «biologico» e cioè naturale: questo sembrerebbe smentire la teoria avanzata da taluni secondo cui il Papa, che si dimise probabilmente perché non reputò più opportuno prestarsi alle pressioni di Carlo d’Angiò e dei faccendieri intenti ad approfittare della sua buona fede, fosse stato assassinato su ordine di Bonifacio VIII, suo successore, che lo fece catturare a Vieste nel giugno 1295, mentre tentava di raggiungere l’eremo di Sant’Onofrio, e poi imprigionare nel castello di Fumone (Frosinone) dove rimase fino alla morte, avvenuta nel 1296, a 87 anni.

La teca con il Papa santo è stata prelevata il 21 febbraio dalla Basilica di Collemaggio all’Aquila e trasferita in un luogo segreto, per prevenire fatti gravi come il furto delle spoglie avvenuto tra il 17 e il 18 aprile del 1988 quando ignoti rubarono l’urna con lo scopo probabile di una richiesta di riscatto; le spoglie furono ritrovate nel giro di 48 ore nella frazione di Roccapassa di Amatrice (Rieti). Dopo tanto tempo si sono fatte solo ipotesi ma non si è mai saputo chi fossero gli autori di quel furto e per quale motivo essi stessi si fossero adoperati in tempi molto rapidi per agevolare il recupero delle spoglie.

Da segnalare, infine, un’indicazione proveniente dall’ufficio liturgico della Curia aquilana: dalle 20 del 28 febbraio (inizio della sede vacante) fino all’elezione del nuovo sommo pontefice, nella preghiera eucaristica si ometterà il nome del Papa.

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