Centrale Snam, vertice a Roma

La presidenza del consiglio lunedì ha convocato i rappresentanti di Regione, Provincia e Comune

SULMONA. Arriva l’ultimo atto sull’annosa vicenda della centrale della Snam. Lunedì, infatti, la presidenza del Consiglio dei ministri ha convocato i rappresentanti di Regione, Provincia e Comune, dopo l’iter delle conferenze dei servizi ormai concluso da tempo. Il via libera sull’opera, dunque, potrebbe essere il motivo che è alla base della convocazione. O almeno ne sono convinti i Comitati cittadini per l’ambiente, che denunciano il sospetto silenzio dei rappresentanti istituzionali. «La data di lunedì è scaturita dalla riunione del 20 luglio scorso in cui, per la prima volta, il presidente D’Alfonso ha partecipato alla convocazione del governo», dicono Mario Pizzola e Giovanna Margadonna per gli ambientalisti. «Nel frattempo avrebbero dovuto aver luogo due incontri, tra Regione e Snam, al fine di individuare un’eventuale localizzazione alternativa rispetto a quella di Case Pente a Sulmona. Ma dal 20 luglio a oggi sulla questione è sceso un black out totale. Non sappiamo né se gli incontri ci sono stati e cosa ne sia scaturito, né se la Regione ha avanzato qualche proposta. I cittadini sono stati tenuti all’oscuro di tutto e nessuna delle condizioni da noi evidenziate risulta realizzata, come la condivisione con il territorio della proposta alternativa, la riunificazione dei procedimenti autorizzativi di centrale e metanodotto, l’individuazione della soluzione alternativa al di fuori della dorsale appenninica, l’istituzione di un tavolo tecnico che possa lavorare sul problema per almeno 6 mesi». Da qui la critica alla poco incisiva opposizione al progetto. «Cosa si nasconde dietro il silenzio dei rappresentanti politici e istituzionali?», domandano i Comitati. «Forse la riservatezza per una soluzione che, come un coniglio dal cilindro, D’Alfonso tirerà fuori lunedì, oppure, come noi purtroppo temiamo, questo silenzio imbarazzante copre l’assoluto vuoto di iniziative, esprimendo l’evidente inadeguatezza e incapacità della “nostra” classe politica?».

Federica Pantano

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