Centrali a biomasse, è un coro di no
Gli ambientalisti: una follia autorizzare 14 impianti in Abruzzo senza un piano energetico. Coinvolti D’Alfonso e Cialente
L’AQUILA. Il piano energetico della Regione è rimasto lettera morta. Così come la moratoria di un anno, chiesta per valutare le 14 autorizzazioni per l’installazione di altrettante centrali a biomasse concesse sul territorio regionale. Ma l’assemblea delle associazioni «No biomasse» non demorde e si fa promotrice di un movimento abruzzese, aperto a tutte le popolazioni contrarie al proliferare degli impianti. Capofila, il territorio aquilano, che attende per il prossimo 22 ottobre l’udienza davanti al Tar: il tribunale amministrativo, in vista del pronunciamento sul ricorso contro la centrale che la Futuris Aquilana intende realizzare a Bazzano, ha chiesto ulteriori documentazioni alla stessa società e alla Regione. Prima del 22 ottobre, l’assemblea delle associazioni promuoverà un convegno, al quale saranno invitati tutti i soggetti interessati, come stabilito nel corso della riunione che si è svolta venerdì sera a Onna. Intanto, la battaglia continua a suon di diffide, inviate al presidente della Regione Luciano D’Alfonso, al sindaco Massimo Cialente, ai dirigenti di Comune e Provincia, al responsabile dell’Asl, all’Ispettorato dipartimentale per le foreste e, per conoscenza, alle Procure delle quattro province e alla Procura della Corte dei Conti. «Non siamo contrari a priori alla centrale a biomasse di Bazzano», ha spiegato Vincenzo Angelone, presidente della Pro-loco di Onna, tra i partecipanti al tavolo di venerdì, «ma rivendichiamo la necessità di fissare dei criteri a monte. Non si possono autorizzare 14 impianti su tutto il territorio regionale, senza aver predisposto un piano energetico e uno studio di fattibilità. Venne approvata una moratoria di un anno, che però è stata abrogata dalla Regione dopo appena 15 giorni. L’udienza del 22 ottobre si preannuncia interlocutoria, dato che il Tar ha richiesto ulteriore documentazione. Nel frattempo», conclude Angelone, «organizzeremo un altro convegno, invitando tutte le associazioni sorte per frenare il proliferare di questi impianti». Solo nel comune dell’Aquila, sono già arrivate tre richieste e i movimenti contrari ritengono gli impianti «interferenti e sovrapposti sui bacini di attingimento delle biomasse e sulle aree di rilascio degli inquinanti». Ricerche alla mano, i comitati hanno sottolineato più volte che «la capacità regionale di produzione di biomasse forestali è di circa 100mila tonnellate l’anno. Per i 14 interventi approvati sarebbero necessarie un milione di tonnellate».
Romana Scopano
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