Cercano alloggio 4 studenti su 10

Ecco le priorità degli universitari: il 41% degli iscritti farà il pendolare.

L’AQUILA. Alloggi, trasporti e servizi. Sono queste le priorità da rispettare per far ripartire l’Ateneo aquilano secondo un sondaggio effettuato nei giorni scorsi dall’Udu (Unione degli universitari) su un campione di circa 1.500 studenti.
L’indagine è volta a monitorare le esigenze e a raccogliere le richieste dei ragazzi che vogliono frequentare le facoltà del capoluogo. Dati «preziosi» per comprendere le motivazioni che hanno portato, dopo il terremoto, a una drastica riduzione delle iscrizioni e delle immatricolazioni, a oggi dimezzate rispetto allo scorso anno.

Sono infatti tremila per il momento i nuovi immatricolati (rispetto ai seimila dello scorso anno) e circa 14mila gli iscritti in totale all’Ateneo (contro i 27.500 del 2008-2009).
Numeri che saliranno sicuramente entro fine mese, termine ultimo per regolarizzare le posizioni degli studenti, ma che hanno destato la preoccupazione del rettore, Ferdinando di Orio e di tutto il Senato accademico.
«Fin quando non si avranno certezze, sarà difficile ripartire», spiega il coordinatore dell’Udu, Luca Santilli, «i dati che abbiamo raccolto lo dimostrano: servono alloggi, meglio se case mobili, trasporti, soprattutto da e per le zone limitrofe, mense, sale studio e punti di aggregazione».

ALLOGGI. I risultati emersi dal sondaggio dimostrano come ben il 49% degli intervistati preferirebbe abitare in una casa mobile. Il 16% sceglierebbe, invece, un alloggio in un comune a media distanza (Avezzano, Teramo, Rieti o altri) se ben collegato; mentre il 17% preferisce il pendolarismo. Solo il 13% degli studenti ha trovato un alloggio all’Aquila o nei dintorni. Il 3% dichiara, invece, di avere casa agibile nel capoluogo.
«Dal sondaggio si evince che il mercato degli affitti è insufficiente e a prezzi fuori controllo sia all’Aquila che nel circondario», spiega Santilli, «l’Udu ritiene necessario e urgente che le istituzioni mettano a disposizione degli universitari almeno mille moduli abitativi removibili e strutture fisse che possano ospitare gli studenti».

TRASPORTI. Secondo il sindacato studentesco, inoltre, è necessario migliorare il servizio di trasporto pubblico da e per L’Aquila, garantendo la gratuità del servizio su gomma e su rotaia per tutti gli studenti universitari.
«Secondo i dati raccolti, il numero di pendolari potrebbe aumentare di circa dieci volte rispetto allo scorso anno accademico, a fronte di un servizio di trasporti pubblico che non è stato per nulla potenziato, senza nemmeno prevedere alcuna agevolazione per gli studenti», continua Santilli.

«Fino ad ora è stata garantita la gratuità del trasporto urbano per tutti; mentre quello extra-urbano è stato garantito solo ai residenti nei 52 Comuni del cratere».
Dalle risposte degli studenti si evince some sia necessario un potenziamento dei collegamenti tra L’Aquila e la costa teramana, Avezzano, zona del pescarese, Sulmona, provincia di Chieti, Rieti e provincia di Frosinone (con particolare riferimento alla tratta Sora-Cassino).
«Va prevista l’istituzione di nuove linee, l’inserimento di nuove corse, l’adeguamento degli orari», spiega Santilli, «problemi si rilevano anche nei collegamenti con alcune zone della provincia aquilana, Pescasseroli e Castel di Sangro in particolare».
Oltre agli attuali capilinea, secondo l’Udu, la stazione ferroviaria e il parcheggio della scuola della guardia di finanza potrebbero diventare un punto di scambio tra mezzi urbani ed extraurbani, considerata la presenza di molte facoltà a Coppito.

MENSE. Attualmente gli iscritti dell’Università aquilana hanno a disposizione una sola mensa, di circa 40 posti, gestita dalla Protezione Civile, nel polo di Coppito.
«Una soluzione non sufficiente», secondo gli studenti che chiedono un potenziamento del servizio.
«È necessario attrezzare un punto ristorazione in tutte le sedi di attività didattica», afferma Santilli, «e vista la prossima chiusura di numerosi campi di accoglienza, chiediamo che le tensostrutture e le cucine da campo che verranno liberate, siano messe a disposizione dell’Adsu per permettere un ripristino del servizio di ristorazione».