Chiodi convoca i rappresentanti dei Comuni fuori dal cratere nell’aula magna della Finanza a Coppito

Ricostruzione, il dilemma dei sindaci

L’AQUILA. D’ora in avanti, per i sindaci del cratere, comincia «un periodo gravoso, in cui abbiamo molti problemi e poche certezze, ma del quale voi siete i propositori e la struttura per la gestione dell’emergenza è il supporto». Gianni Chiodi, come commissario delegato per la ricostruzione, ha esortato così i sindaci incontrati nell’aula magna della Finanza, a Coppito, per illustrare l’organizzazione della Sge e della struttura tecnica di missione. Competenze, pochi fondi, confusione sulle norme e difficoltà a comunicare con la Sge sono alcuni dubbi sollevati.

Un incontro voluto dal presidente della Regione per presentare ai sindaci dei Comuni colpiti dal terremoto, insieme al vicecommissario Massimo Cialente, all’architetto Gaetano Fontana e al vice capo della Protezione civile, Bernardo De Bernardinis, come si articoleranno la Sge e la Stm, quali i compiti e i dirigenti tecnici che ne saranno a capo. Ma che si è trasformato, dopo i primi 20 minuti di descrizione delle 5 funzioni di cui si compone la Sge in un’occasione per porre domande al governatore. Perché se è vero che da ora la patata bollente della ricostruzione deve passare a loro, è anche vero che non sempre è chiaro cosa devono fare e con chi devono parlare.

«A chi dobbiamo fisicamente rivolgerci per chiedere come risolvere le nostre difficoltà?», chiede il vicesindaco di Popoli, Franco Diodati, si parla di coinvolgimento dei sindaci, ma io riesco a parlare con Chiodi solo in questi momenti. Serve una struttura dedicata ai Comuni», è la proposta di Diodati, appoggiata anche dal sindaco di Rocca di Mezzo, Emilio Nusca. «Una struttura che faccia da mediatrice fra i piccoli Comuni e il commissario», suggerisce Chiodi, «potrebbe essere affidata all’Anci». Ma a preoccupare i sindaci c’è anche la mancanza di fondi.

«Abbiamo le casse vuote», ricorda il primo cittadino di Tornimparte, Antonio Tarquini, «non entrano più Irpef, Tarsu, Ici. Tutte spese che sono a carico nostro, una situazione aggravata dall’incremento della popolazione, molti sfollati ora vivono nei paesi intorno all’Aquila e producono rifiuti senza essere residenti». Per il sindaco di Montorio al Vomano, Alessandro Di Giambattista, invece, «non c’è chiarezza sulle norme, serve un piano più preciso, ad esempio per sapere come gestire le seconde case e per velocizzare tutte le procedure. Poi c’è la ricostruzione socio-economica e quella dell’Aquila città-territorio».

Un tema, questo, caro al sindaco Cialente, che promette «un incontro nei prossimi giorni per stabilire le linee strategiche della città-territorio». Spetta a Fontana garantire che «entro dieci giorni saremo in grado di dare tutte le ordinanze sulle seconde case e le case dei residenti all’estero». Sulla ricostruzione, Chiodi esorta i sindaci del cratere a elaborare i «piani di ricostruzione», con un occhio di riguardo ai «millantatori e agli avventurieri. I cinici ci saranno sempre, dobbiamo essere noi a fare da argine. Siamo persone integre e oneste. Ecco perché» precisa, «io intendo insieme a Cialente non incontrare imprenditori o professionisti». Il rischio è «cadere con un’intercettazione nel tritacarne e gettare via tutto ciò che di buono è stato fatto».