Chiusura tribunali, i sindaci «Andremo alla Consulta»

Sindaci abruzzesi «in conclave» per preparare le contromosse mirate a invalidare il decreto legge del Governo Monti cheha deciso il taglio dei tribunali di Avezzano, Vasto Lanciano e Sulmona». I sindaci sono decisi comunque a impugnare il provvedimento e portare «il Governo davanti alla Corte Costituzionale»

AVEZZANO. Sindaci abruzzesi «in conclave» per preparare le contromosse mirate a invalidare il decreto legge del Governo Monti che, si legge in una nota, «ha calato la mannaia sui presidi della legalità di Avezzano, Vasto Lanciano e Sulmona».

Lunedì prossimo, alle 17, nel Municipio di Avezzano, i sindaci Giovanni Di Pangrazio (Avezzano), Luciano Lapenna (Vasto), Mario Pupillo (Lanciano) e il vice sindaco di Sulmona, Enea Di Ianni, esamineranno il provvedimento del Governo Monti per decidere la strategia da adottare, decisi comunque a impugnare il provvedimento e portare «il Governo davanti alla Corte Costituzionale».

«Il consiglio dei ministri - dichiarano i sindaci nella nota - ha calpestato un territorio messo già in ginocchio dal terremoto e ha assestato il secondo schiaffo al Parlamento Italiano, prima interpretando una legge in maniera distorta, poi non rispettando le indicazioni delle Commissioni giustizia di Camera e Senato, che hanno ribadito l’esatta interpretazione della legge che fissa l’esercizio della delega fra tre anni, poichè la situazione infrastrutturale dell’Abruzzo, in particolare dell’Aquila, non consente la chiusura dei tribunali. Sarebbe il caos».

«Senza contare - proseguono - che questa riforma sbandierata come epocale è destinata a produrre solo ulteriori disagi e costi aggiuntivi per i cittadini, a fronte di un risparmio di pochi spiccioli per le casse pubbliche. Sarebbe una mazzata letale per l’economia e un arretramento dello Stato in una zona molto appetibile per la criminalità organizzata».

Obiettivo dei sindaci è costringere il Governo dei tecnici alla corretta applicazione del comma 5 Bis dell’articolo 1 della legge 14 settembre 2011 n.148, recante delega al governo per la riorganizzazione degli uffici giudiziari. Per gli effetti prodotti dal sisma del 2009, sulle sedi dei tribunali dell’Aquila e di Chieti - ricordano i sindaci - è differito di tre anni il termine di cui al comma 2 per l’esercizio della delega relativamente ai tribunali delle province dell’Aquila e Chieti, ovvero Avezzano, Sulmona, Vasto e Lanciano. «Il governo dei tecnici - concludono i sindaci abruzzesi - seppur chiamato a un lavoro di risanamento dello Stato, non può bypassare il Parlamento».