Cialente: «Città più sicura»

Il sindaco tira le somme: la ricostruzione è partita, la sfida è alleviare il disagio sociale

L’AQUILA. «La ricostruzione è partita, ora dobbiamo alleviare il disagio sociale». Tira le somme dell’anno, e del suo mandato, il sindaco Massimo Cialente in occasione del discorso di Capodanno che tocca vari aspetti della situazione cittadina a ormai quasi otto anni dal terremoto.

IN TV. L’ormai consueto messaggio di auguri per l’anno nuovo, che è stato pubblicato nel canale YouTube della Web Tv del Comune dell’Aquila (www.youtube.com/user/webtvcomuneaq), è stato anche l’ultimo che Cialente ha rivolto ai cittadini come sindaco, visto che il suo mandato terminerà definitivamente a primavera. Eletto infatti nel 2007, e rieletto nel 2012, Cialente non può più concorrere per la poltrona di primo cittadino. A tal proposito, il sindaco ha ripercorso brevemente i suoi dieci anni di mandato. «Nel 2007», ha affermato, «fui indotto a lasciare la Camera dei Deputati e ad accettare la candidatura per un atto d’amore nei confronti dell’Aquila. Poi arrivò la tragedia del 2009, il terremoto. Abbiamo perso 309 amici, tra cui tanti giovani studenti, senza considerare altre persone che nei tempi successivi ci hanno lasciato perché, soprattutto a causa dell’età avanzata, non sono riuscite a riprendersi dallo choc. Allora mi resi conto che dovevo continuare e, insieme con tutte le aquilane e gli aquilani, siamo riusciti a vincere tante battaglie, a cominciare da quella che ci ha portato ad avviare la ricostruzione subito».

I NUMERI. Cialente ha fornito qualche dato sul post-sisma. «Complessivamente, finora, sono stati assegnati 4 miliardi e 800 milioni alle famiglie per la ricostruzione privata e 1 miliardo e 300 milioni alle istituzioni per quella pubblica. Dati importanti, perché all’inizio del processo di ricostruzione non avevamo norme e trasferimenti certi e stabili. Sulla ricostruzione delle periferie», ha aggiunto il sindaco, «siamo andati di corsa, come dimostra il fatto che, in meno di sei anni, 44mila persone sono tornate a casa. Oggi, negli alloggi post-sisma, si trovano poco più di 10mila persone e negli ultimi due anni circa il numero delle persone che ha lasciato il Progetto Case e i Map è sceso del 30%. Chi rimane in queste abitazioni perlopiù è residente dei centri storici di città e frazioni. A chi ci rimprovera di essere partiti tardi con i centri storici, ricordo che fino al 2013 non ci hanno permesso di avviare quest’operazione. Ma oggi la ricostruzione è partita anche nel cuore della città e di tante frazioni. Soprattutto, stiamo ricostruendo in sicurezza ed è la cosa più importante».

TUNNEL INTELLIGENTE. Il sindaco ha poi fatto riferimento ai lavori per i sottoservizi con l’innovativa tecnologia dello smart tunnel, 17 km di gallerie percorribili a piedi con tutti i servizi principali «opera sulla quale c’è un forte interesse persino dall’estero, vista la sua unicità. Stiamo facendo tutto questo», ha proseguito Cialente, «con un personale assolutamente ridotto, inferiore nei numeri persino ad alcune città similari all’Aquila, dove non devono occuparsi di ricostruzione. Per questo ringrazio le dipendenti e i dipendenti comunali, che stanno dando veramente tutto per il bene della città».

LE SPINE. «Il disagio sociale è fortissimo, il terremoto ha prodotto 5.000 nuovi poveri, persone che hanno perso il lavoro o che comunque non riescono a trovare un’adeguata collocazione occupazionale. Abbiamo dovuto fare ricorso agli alloggi del Progetto Case per dare un tetto a 600 famiglie in gravissime condizioni di fragilità sociale. La sfida è la risalita dell’economia, che versa in una situazione drammatica. E questa sfida si vince con una visione strategica ben definita; anche questa è una battaglia, che il prossimo sindaco potrà vincere solo insieme agli aquilani, come accaduto finora. Uno dei cardini è il turismo, sul quale siamo indietro. Ai giovani dico: studiate, e se avete già un impiego, lavorate con passione, credendo in quello che fate. Soprattutto, impegnatevi, nel volontariato, ma anche in politica».

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