Cialente: «Con la politica ho chiuso»

L’ex sindaco al consiglio: chiedete le dimissioni del ministro Trigilia. La senatrice Pezzopane: usato il metodo Boffo

L’AQUILA. Una domenica di «passione» per l’ex primo cittadino Massmo Cialente.

Ieri, infatti, è uscito dal municipio alle 12,30, non appena depositata la lettera con cui ha formalizzato le sue dimissioni al presidente del consiglio comunale Carlo Benedetti. Poche righe in cui Cialente si rivolge alla città: «In questo cammino drammatico ho svolto il mio incarico per servire la città e la sua gente», si legge nella lettera. «La mia decisione», ha aggiunto, «è stata presa nella assoluta consapevolezza e serenità di avere sempre agito con scelte positive per il bene comune. Ringrazio tutti i cittadini che mi hanno sostenuto con affetto fin dal 2007».

Duro l’attacco al governo, dal quale non ha ricevuto nemmeno una chiamata: né dal premier Enrico Letta, né da altri esponenti Pd. Telefonate sono arrivate, invece, da diversi sindaci d’Italia, dal presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani, da Gianni Cuperlo della direzione nazionale del Pd. «Oggi spero sia un giorno di riscossa», ha detto Cialente uscendo dal Comune. Poi ha dato dei consigli ai colleghi di maggioranza riuniti poco distante. «Per dare un senso a questo mio sacrificio personale, ora si faccia un’immediata richiesta d’incontro con il presidente del Consiglio e si chieda il miliardo dallo Scudo fiscale per il rimpatrio dei capitali in Svizzera, perché, se li otteniamo, è la città che avrà vinto».

Nessun ripensamento sulle dimissioni. «Io non torno indietro», ha ribadito, mentre nel suo futuro si delinea una vita «senza più politica» e, probabilmente, di ritorno al lavoro di medico. E poi, la richiesta che suona come un manifesto politico: «Il consiglio comunale chieda le dimissioni di Carlo Trigilia». Proprio il ministro per la Coesione territoriale viene da più parti additato come colui che ha tagliato le gambe all’amministrazione aquilana, delegittimandola. La senatrice Pd, Stefania Pezzopane, ne farà una battaglia in parlamento. «Il ministro è totalmente inadeguato a seguire le vicende dell’Aquila», ha detto, riferendosi in particolare a quei 12 miliardi indicati da Trigilia come somma spesa finora per L’Aquila. «Quella cifra è, casomai, il nostro fabbisogno», ha chiarito la senatrice che poi, parlando di Cialente, ha detto che nei suoi confronti è stato usato il «metodo Boffo».

Dalle 5 ore di riunione di maggioranza è uscito, infine, un breve ma importante documento. «La linea è di tenere la schiena dritta», ha spiegato un determinato Giovanni Lolli. «La nostra onorabilità e quella di Massimo non si toccano. È molto grave che si sia portato alle dimissioni un sindaco mai toccato da un avviso di garanzia. Contro di lui fango e un polverone mediatico».

Nella riunione di maggioranza non si è parlato, invece, dei prossimi candidati di centrosinistra alle elezioni. «Per un semplice motivo», ha spiegato l’ex parlamentare Pd, «cercheremo di convincere Massimo a tornare sui suoi passi. Sono troppo alti gli interessi della città in ballo in questo momento: dalla ricostruzione al problema della cassa integrazione, fino alla questione del Ctgs e alle trattative con Invitalia». L’intento è, comunque, di proseguire la battaglia con il governo, con cui è in programma un incontro nelle prossime ore. Mentre già domattina alcuni esponenti della giunta e i segretari del Pd a tutti i livelli saranno ricevuti dalla segreteria nazionale, a Roma. Altra occasione da cavalcare, finché permane (e già indicata da Cialente), è la nomina ad interim del sottosegretario Giovanni Legnini al posto dell’ex viceministro dell’Economia Stefano Fassina. Ieri, nella riunione di giunta, l’assessore alla Cultura Betty Leone (Sel) è stata nominata vicesindaco al posto di Roberto Riga, dimessosi perché indagato nell’inchiesta su presunte tangenti. La giunta guidata dalla Leone andrà avanti per 20 giorni, fino all’arrivo del commissario prefettizio.

Marianna Gianforte

©RIPRODUZIONE RISERVATA