Cialente contro i «furbetti»

Il sindaco: ci sono benestanti che non pagano le utenze del piano Case, conosco i nomi

L’AQUILA. Una lunghissima riunione di giunta per affrontare la spinosa questione dei canoni e delle bollette non pagate dagli inquilini del Progetto Case e Map. Otto milioni di euro, la somma che il Comune, nonostante le diffide, non riesce ad incassare. Così ieri, il sindaco Massimo Cialente, dopo aver visionato l’elenco dei morosi e scoperto «non senza provare indignazione e rabbia» che in quella lista “nera” figurano «anche e soprattutto i benestanti di questa città, la borghesia, i professionisti, i nobili decaduti», in giunta ha rincarato la dose. E preteso, da parte dei dirigenti comunali, la linea dura nei confronti dei morosi. Ciò significa la predisposizione degli atti attraverso i quali poter recuperare, entro due mesi, le somme ancora non versate, per poi procedere speditamente agli sfratti nei confronti di chi continua «a fare orecchie da mercante».

Un diktat, dunque, anche per i dirigenti «così da poter mettere la parola fine», ha chiarito l’assessore Lelio De Santis, «a questo “scaricabarile” a cui da tempo stiamo assistendo». Insomma, il Comune – forte anche di quanto previsto dall’articolo 8 quinquies della legge Sblocca-Italia, che fissa la ripartizione dei consumi degli alloggi antisismici in base alle superfici lorde degli appartamenti – ha deciso di usare le maniere forti. Ciò significa decreti e sfratti esecutivi alla scadenza del termine, fissato in 10 giorni, per mettersi in regola coi pagamenti. «Abbiamo famiglie in gravissime difficoltà economiche», ha dichiarato Cialente, «alle quali abbiamo concesso la possibilità di rateizzare i pagamenti. Ma tanti aquilani, pur potendo pagare canoni e bollette, hanno deciso di non farlo nascondendosi dietro giustificazioni ridicole o addirittura a scelte politiche. Queste persone non hanno alcuna scusante. Abbiamo inviato una lettera ai nostri dirigenti “invitandoli” ad applicare le decisioni prese dalla giunta. E quella stessa lettera è stata mandata anche al prefetto e alla Corte dei Conti. Ma non solo. Ogni decreto ingiuntivo verrà inviato, per conoscenza, anche alla Finanza».

I provvedimenti riguarderanno non solo i morosi totali, ma anche quelli che hanno saldato solo parzialmente il debito. Finora sono state 800 le diffide partite dal Comune e 30 le revoche dell’assegnazione degli alloggi. Un Cialente scatenato che, sempre su Facebook, ha denunciato «i tempi biblici» per il rilascio dei Sal (stati di avanziamento lavori). «Un problema», ha detto bacchettando i professionisti della ricostruzione, «che rallenta i lavori e che si ripercuote su subappaltatori e fornitori costretti a fare ricorso alle banche. Ma non tutte le imprese hanno facile accesso al credito. Un percorso lungo e ad ostacoli (c’è anche un amministratore di condominio che ha ritardato un Sal 22 mesi). Così non va! Nella legge che stiamo scrivendo, direttori dei lavori e amministratori vengono di fatto incaricati di pubblico servizio. Ma ho chiesto anche di inserire, per la firma del Sal, il termine di 21 giorni per i direttori e 10 per gli amministratori. Darò nette istruzioni al Comune perché lo stesso si prenda al massimo 45 giorni. Con tutto il rispetto per i professionisti coinvolti, ritengo inaccettabile quanto sta avvenendo. Ricordo i compensi elevatissimi che questi amici stanno ricevendo. Questi sono i veri aspetti di trasparenza e legalità da perseguire».

Intanto, per la gestione di Map e Progetto Case, il Comune ha predisposto un bando di gara per sei mesi.

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