Cialente: servono fondi per i bus urbani

Dopo 28 mesi si torna a pagare il biglietto, primo giorno tra proteste e disagi

L'AQUILA. «Agosto sarà un mese difficile, dal punto di vista dei costi». Filomena Cagnoli abita nel progetto Case di Cese di Preturo, e racconta che «il problema non è soltanto quello del ritorno al pagamento del biglietto dell'autobus, ma anche quello dei tempi di percorrenza. Per arrivare all'Aquila partendo da Cese, infatti, siamo costretti a cambiare bus all'Aquilone dopo aver fatto un lungo giro. Tra fermate e attese per la coincidenza capita spesso di metterci ben più di un'ora e mezzo per raggiungere la città. E allora bisogna fare due biglietti perché anche quello orario (dal costo di 1 euro e 20) non è sufficiente. Va un pochino meglio in periodo scolastico, quando c'è una corsa in più che è quasi diretta».

«Io ho l'abbonamento», racconta Zaira Marchitelli alla fermata dell'Aquilone in attesa di tornare anche lei a Cese. «Secondo me» continua «è giusto tornare, dopo 28 mesi trascorsi dal terremoto, a pagare il biglietto. Ma ci vogliono più corse dirette per la città così da evitare queste lunghe e snervanti attese».

Ludovica Bonanni si dice, invece, «arrabbiatissima. Proprio oggi che si torna a pagare il biglietto l'autobus ha saltato la fermata e io con la bambina sono rimasta sotto il sole per un'ora ad aspettare la corsa successiva. Ho già chiamato l'Ama (nella foto un bus). Così non si fa. E con un servizio così approssimativo ora ci costringono anche a ripagare il biglietto. Abito sopra la frazione di San Gregorio e lì fermano pochissimi autobus. Se perdo quello, devo fare oltre un chilometro per arrivare alla fermata sulla statale».

Di «ingiustizia» parla Alfredo Gioia, in attesa alla fermata del Globo. «Qui il lavoro non c'è, e adesso per pagare il biglietto dell'autobus come faccio?. E poi, al progetto Case di Roio passano quasi esclusivamente i bus piccoli creando non poche difficoltà, ad esempio a chi ha i bambini in carrozzina».

«Il biglietto è un altro problema», aggiunge Valeria Tigani. «Io per raggiungere il Conservatorio devo cambiare due volte autobus».

Emanuele Micarelli è un autista Ama fermo con il proprio mezzo al parcheggio dell'Aquilone.
«Noi autisti non controlliamo i biglietti» afferma. «A quello ci pensano i controllori che stamani sono regolarmente usciti. Qualcuno si lamenta del ritorno del pagamento del biglietto», spiega, «ma c'è anche chi dice che, dopo tutto questo tempo, pagare sia giusto».

Sin qui utenti e operatori.

Il sindaco Massimo Cialente spiega che «il ritorno al pagamento del servizio era cosa ormai nota da tempo. Il problema che abbiamo ora» afferma «è quello di come poter assicurare un servizio più efficiente con i soldi che la Regione trasferisce nelle nostre casse. Va ricordato, infatti, che dal 1980 il Comune dell'Aquila non ha mai avuto l'adeguamento della quota che la Regione assegna ai Comuni. Il nostro è, in Abruzzo, il Comune che ha sempre dovuto mettere cifre altissime per assicurare il servizio pubblico. Avevamo aperto un contenzioso con la giunta Del Turco e poi, subito dopo il suo insediamento, con il governatore Chiodi. Il terremoto ha congelato ogni cosa e "dilatato" ulteriormente i confini della città. E sono aumentate le necessità degli utenti. Abbiamo posto il problema alla Regione e concordato l'elaborazione di uno studio che abbiamo affidato alla nostra università per una possibile razionalizzazione del servizio. Uno studio che sarà pronto nel giro di qualche settimana e che servirà anche a definire il budget di cui c'è bisogno per poter venire incontro alle esigenze dei cittadini. Poi toccherà alla Regione decidere il da farsi e speriamo di poter avere presto le risorse di cui la città ha bisogno. Noi siamo senza bilancio e per molte voci si fa riferimento al 2009, all'anno del terremoto nel quale è stato impossibile presentare il bilancio. Sono due anni che la città terremotata non può spendere neppure un centesimo» conclude il sindaco «e la verità è che il Governo si è dimenticato della nostra tragedia». (r.p.)

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