Clamore in città per l’arresto di Boggio

La vicenda aquilana del re dei call center che ha lasciato a Pettino parte della commessa Inps nel mirino

L’AQUILA. Clamore in città dopo il colpo di acceleratore dalla Procura di Roma nell’inchiesta che nel luglio scorso ha portato alla scoperta di una “cricca” che puntava a corrompere pezzi dello Stato per ottenere appalti e commesse milionarie in ministeri ed enti pubblici. È finito agli arresti domiciliari l’imprenditore Roberto Boggio, dirigente della filiale italiana della Transcom Wordwide, titolare di un mega appalto da 118 milioni per la gestione del call center dell’Inps. Nei suoi confronti l’accusa è false fatturazioni.

Boggio è considerato il re dei call center in Italia. Transcom, presente in città fino al sisma, ha dato in subappalto al consorzio aquilano Lavorabile la mega commessa Inps finita nell’inchiesta. Fiorentino, classe 1959, laureato alla Bocconi in Economia aziendale, dal 2000 al 2004 è stato direttore generale di Televoice, società al 100% di Telecom Italia, attiva nella gestione in outsourcing di contact center e telemarketing. Per i pm di piazzale Clodio, Boggio è ritenuto vicinissimo a Lino Pizza che per gli inquirenti è la figura apicale del gruppo che puntava agli appalti e grandi commissioni. Pizza venne arrestato nel luglio scorso insieme ad altre 21 persone. Nell’ordinanza a suo carico spunta fuori il nome di Boggio, indagato per truffa. Secondo quanto ricostruito dal gip Giuseppina Guglielmi nell’ordinanza del luglio scorso, due società riconducibili a Raffaele Pizza e Boggio avrebbero indotto in errore l’Inps conseguendo indebitamente pubbliche risorse a carico del bilancio dell’ente pubblico per una cifra che supera i 437 mila euro quali attività fittiziamente imputate tra i costi di gestione del contratto di appalto per i servizi di contact center telefonico. Le società, tra il 2014 e il 2015, avrebbero emesso fatture per operazioni inesistenti, finalizzate alla sovrafatturazione dei costi del servizio appaltato alla Transcom Wordwide spa. Come ultimo step, secondo l’accusa, bonifici con cui Transcom avrebbe trasferito in favore delle società l’importo complessivo di 823mila euro a saldo delle false fatture. Chi indaga sospetta che «le procedure di gara e la successiva gestione dell’appalto siano stati orientati da una scelta non neutrale e imparziale della Pubblica amministrazione». Nei provvedimenti della scorsa estate vengono citate una serie di intercettazioni che confermerebbero i legami tra Boggio e Pizza.