Colabrese, la svolta è vicina: ore contate per l’omicida del giovane di Sulmona in Liguria

Il Ris trova su una delle scarpe della vittima una traccia di sangue, il sospetto è che possa appartenere all’amico indagato

SULMONA. Svolta nel caso Colabrese, con l’omicida che ora potrebbe avere le ore contate. Nel corso degli accertamenti biologici eseguiti dal Ris di Parma sui reperti, e precisamente su una delle scarpe Nike della vittima, è stata isolata una traccia biologica, presumibilmente di sangue, appartenente a un profilo maschile che non corrisponde a quello della vittima e che potrebbe finalmente dare un nome  all’assassino. Ne sono convinti i difensori della famiglia di Giuseppe Colabrese, il giovane sulmonese di 27 anni  ritrovato morto lo scorso mese di ottobre in un bosco di Cerri di Arcola, vicino alla Spezia. Nella vicenda è indagato per omicidio l’amico del giovane ucciso, Francesco Del Monaco, che lo scorso mese di febbraio è stato convocato in Liguria proprio per essere sottoposto al prelievo del Dna. E la prima comparazione che si apprestano a fare gli investigatori è proprio quella tra le caratteristiche genetiche dell’indagato e quelle della traccia biologica ritrovata sulle scarpe della vittima.  

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«Tra l’altro tali scarpe, così come constatato dalla nostra genetista  Marina Baldi», affermano Nicodemo Gentile e Federica Benguardato, i legali della famiglia Colabrese insieme al collega sulmonese Alessandro Rotolo, «risultano inspiegabilmente troppo pulite rispetto anche alle condizioni dei vestiti e del corpo stesso, aspetto che merita di essere chiarito». Insomma sembrerebbe che l’assassino, dopo essersi accorto di aver perso del sangue che sarebbe finito sulle scarpe della vittima, abbia tentato di pulirle in maniera frettolosa lasciando però una piccola traccia. «Anche se le indagini non sono ancora chiuse, ribadiamo che Giuseppe, come già emerso, era un ragazzo sanissimo, lontano da  ambienti “difficili”», concludono Gentile, Benguardato e Rotolo, «che non faceva uso di droghe e che pertanto non aveva motivo di recarsi spontaneamente in quel bosco».

Nel frattempo la famiglia, che aspetta ancora di poter dare una degna sepoltura al figlio, torna a chiedere che sulla vicenda venga fatta piena luce. «Giuseppe merita attenzione e giustizia, anche perché questo è uno degli omicidi più atroci accaduti negli ultimi tempi», affermano Gentile e Rotolo. «Il nostro auspicio è che si arrivi al più presto a poter ricostruire fedelmente ciò che è accaduto  in modo da poter dare finalmente l’ultimo saluto a questo sfortunato giovane la cui salma è ancora a disposizione dell’autorità giudiziaria di La Spezia». Uno strazio in più per una famiglia che ora chiede solo di avere giustizia.

Claudio Lattanzio

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