Collarmele, il paese che va a energia pulitaCasse comunali piene con l'eolico e il solare

Più di 800mila euro di introiti l’anno grazie all'energia verde e Collarmele, 1.000 anime in provincia dell'Aquila, non teme la scure dei tagli sui contributi dello Stato

COLLARMELE. A differenza di altri sindaci della Marsica, che confidano di passare la notte insonne, a causa della scure che si è abbattuta sui contributi statali, paralizzandone l'attività amministrativa, il primo cittadino di Collarmele, Dario De Luca, non ha questi incubi. I proventi, oltre 400mila euro, derivanti ogni anno dal parco eolico, permettono al Comune di garantire ai cittadini i servizi essenziali e di realizzare opere pubbliche, senza dover elemosinare soldi dallo Stato. Tale somma, con l'entrata in funzione dell'impianto fotovoltaico, prevista a breve, verrà raddoppiata.

Quale altro Comune abruzzese, di mille abitanti, ha la fortuna di poter contare su risorse finanziarie di tale entità? Una fortuna che Collarmele non si è vista piovere dal cielo, ma che si è meritatamente guadagnata, scommettendo sull'energia alternativa.

Scommessa iniziata negli anni Ottanta. Era allora sindaco lo stesso De Luca. Collarmele decideva di puntare sull'energia pulita. Nel 1994, la Marsica gas installava tre monopale, ciascuna delle quali produceva 350 chilowatt.

Il salto di qualità si ebbe due anni dopo, con la nascita del parco eolico. Era il primo in Italia realizzato dall'Enel e il più grande in Europa oltre i 1.000 metri di altitudine. Negli anni successivi, grazie alle nuove tecnologie, le potenzialità del parco sono cresciute enormemente, mentre l'impatto ambientale è stato ridotto al minimo. Il numero delle pale da 36 è sceso a 18.

La produzione di energia annua è balzata da dieci a trentacinque megawatt. Il rumore delle pale, mosse dal vento, che prima costituiva una fonte di inquinamento acustico, oggi è pressoché sparito.

L'Enel, che insieme alla multinazionale Eneco, gestisce il parco eolico, paga ogni anno al Comune 400mila euro. «Soldi», spiega il sindaco De Luca, 66 anni, dirigente scolastico a Roma, «che utilizziamo per le attività di sostegno sociale, per interventi di pubblica utilità e per non aumentare le tasse. Quella sui rifiuti, ad esempio, è bloccata al 2004».

Tra gli interventi resi possibili dagli introiti del parco, il sindaco cita la sistemazione dell'acquedotto, non di competenza del Comune, la realizzazione nell'area antistante il santuario di Santa Maria delle Grazie di un ampio parco giochi, l'acquisto di mezzi e attrezzature da mettere a disposizione del gruppo della Protezione civile.

Grazie al parco eolico, dunque, l'amministrazione comunale di Collarmele non solo non ha debiti, come tiene a sottolineare lo stesso sindaco De Luca, ma può realizzare opere pubbliche che dovrebbero spettare ad altri Enti.

Una condizione che altri Comuni della Marsica gli invidiano, ma esitano a seguirne l'esempio, pur prestandosi il loro territorio allo sfruttamento dell'energia eolica. Collarmele, invece, continua decisa a percorrere la strada dell'energia rinnovabile e quindi pulita.

Dopo l'eolico, il solare. Quattro anni fa, l'amministrazione, guidata ancora una volta da Dario De Luca, ha deliberato di realizzare su un'area di circa otto ettari, di proprietà comunale, un impianto fotovoltaico.

L'impianto, costruito in soli tre mesi e dato in gestione a una società italo-spagnola, entrerà in funzione a breve. Produrrà circa 30 milioni di chilowat all'anno e farà affluire nelle casse del Comune altri 400mila euro. Che permetteranno all'amministrazione di promuovere l'occupazione.

«Con i nuovi introiti», promette il sindaco, «si potranno programmare una serie di interventi, per dare la possibilità a tanti cittadini, costretti oggi a fare i pendolari, a trovare lavoro nel loro stesso paese».

È quanto auspica anche Mario Cipriani, candidato sindaco della lista avversaria alle amministrative dello scorso anno.

«Così», osserva Cipriani, «i cittadini potranno percepire i vantaggi derivanti dall'aver puntato sulle fonti energetiche alternative e trovare una motivazione per non abbandonare il proprio paese».

E non è finita qui. Un progetto prevede la realizzazione nell'area artigianale di un altro impianto fotovoltaico. L'energia prodotta, circa 200 chilowatt, verrà utilizzata per la pubblica illuminazione per le strutture pubbliche, come il centro polivalente, il campo sportivo e il centro anziani.

Per l'avvio dei lavori, si attende il via libera dall'Enel. Il municipio è alimentato dall'energia solare già da sei anni.

Collarmele, nel terremoto del 1915, fu rasa al suolo. La ricostruzione avvenne ad opera di un gruppo veneziano, che ha seguito le indicazioni di uno dei maggiori architetti italiani del primo Novecento, Giuseppe Torres, anche lui veneziano. Ne sono una testimonianza le due torrette semicircolari, sedi dell'Avis e della banda musicale. Un tipo di costruzione analogo oggi si può ammirare anche a Messina, città distrutta dal terremoto sette anni prima della catrastrofe nella Marsica. Anche lì, durante la ricostruzione, ci si avvalse dell'apporto dell'architetto veneziano. A Collarmele, la ricostruzione avvenne seguendo un disegno armonico.

Quell'impianto urbanistico nei decenni successivi è rimasto inalterato. Le case asismiche, realizzate dal Genio civile, anziché essere abbattute, sono state ristrutturate e dotate di tutti i confort.

Così Collarmele si presenta oggi come un paese ordinato e accogliente. Inoltre, grazie alla sua dislocazione, offre ai visitatori un paesaggio davvero mozzafiato. Un'altra grande risorsa di Collarmele è la zootecnia. Vi si allevano soprattutto ovini e bovini e la carne prodotta è di altissima qualità. L'agricoltura invece, a causa del rigido clima, è un'attività complementare. A essa i residenti, occupati prevalentemente nel terziario, si dedicano nel tempo libero.

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