Collelongo: insegue e filma l’orso, finisce sott’inchiesta / VIDEO

Veterinario accusato di avere violato un’ordinanza comunale. Il suo legale: «Voleva difenderlo, caso tragicomico». Guarda il filmato

COLLELONGO. Ricordate il video virale sull'orso di Collelongo ripreso per le strade del paese? L'autore, un veterinario, è sotto inchiesta per avere inseguito con l’auto e filmato con il telefonino l’orso  non rispettando una specifica ordinanza del Comune di Collelongo.  Lo scorso dicembre il filmato era rimbalzato dai social alle televisioni e sui siti web di mezza Italia.
L’ordinanza in questione è la numero 15 del 2017 emanata dal sindaco Rossana Salucci, con la quale, tra le altre prescrizioni a salvaguarda dell’orso, è previsto «il divieto di illuminare con qualsiasi lampada e altre fonti luminose gli esemplari di orso bruno marsicano al fine di avvistarli, fotografarli, ecc». Ordinanze simili, in passato, avevano riguardato altri Comuni, come ad esempio Scanno. Ma è la prima volta in Abruzzo che scatta un provvedimento giudiziario.
L’avvocato Leonardo Casciere (foto in basso) difende il veterinario.
«Nella mia vita professionale ho affrontato processi di ogni genere con reati gravissimi e deplorevoli, ma l’incarico avuto adesso è il più sorprendente che mi sia capitato», sottolinea Casciere, «un mio amico veterinario, uscendo da una cena a Collelongo, incontra il famoso orso, che da tempo è cittadino onorario del paese. Il sanitario, attento alla salvaguardia dell’animale quale esperto nel campo, cerca di indirizzarlo verso la periferia del paese e, nel contempo, lo riprende con il telefonino. La sua manovra ottiene gli effetti sperati e, contento di essere riuscito nel suo intento, va a casa. Successivamente il video viene pubblicato sulle televisioni nazionali e visto da milioni di persone: fin qui nulla di straordinario».


«La vicenda, però, assume contorni a dir poco tragicomici», riprende Casciere, «il mio amico si vede recapitare un biglietto di invito a presentarsi nella sede delle guardie del Parco a Pescasseroli per essere identificato. Le guardie del Parco hanno, oltretutto, ascoltato testimoni e, presumo, rimetteranno gli atti alla Procura di Avezzano per le determinazioni. Prescindendo dal fatto che non riesco a inquadrare la fattispecie in un qualsiasi tipo di reato, anche contravvenzionale, ciò che mi lascia perplesso è come sia possibile una tale solerzia investigativa per un video di un animale, anche se protetto. Perché il Parco ancora non risarcisce la famiglia di Villavallelonga, anch’essa mia cliente, dopo l’incursione dell’orso nella sua abitazione, dovuta al fatto che erano stati sparati contro l’animale dei proiettili di gomma? Ovviamente sparare si può, fotografare no. È logico impedire di illuminare un orso per tenerlo a bada e farlo allontanare, quando questo staziona, nottetempo, dinanzi a un’abitazione, dove vive una famiglia con dei bambini? Non è forse costituzionalmente corretto approntare le giuste tutele anche per gli umani?».
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