Colpo per Medibev, dal 2017 solo Crodino

La Campari ha deciso di spostare gran parte della produzione: timori per il futuro dei lavoratori

SULMONA. Non sarà un bel Natale per lo stabilimento Medibev di Sulmona. La Campari ha deciso di riportare buona parte delle produzioni all’interno dei propri stabilimenti. Ottanta milioni tra Oransoda, Lemonsoda, Pelmosoda e Moito, sui 100 milioni di pezzi che costituiscono la consistente commessa della Campari, torneranno alla base.

Solo il Crodino continuerà ad essere imbottigliato in Valle Peligna. Un brutto colpo per l’azienda del Gruppo Refresco, che perde la fetta più consistente della produzione aziendale, quasi la totalità dei prodotti in lattina che escono dalle linee dello stabilimento di Sulmona. Il provvedimento che scatterà dal gennaio del 2017, è stato ufficializzato nei giorni scorsi dall’azienda milanese in un incontro con i sindacati. Questi ultimi chiedevano di riportare a casa le produzioni esternalizzate, per far fronte alle sofferenze che si sono aperte nello stabilimento di Crodo. E proprio nel momento in cui l’azienda era impegnata nel salto di qualità con l’installazione del nuovo generatore di energia a servizio dello stabilimento, finanziato coi fondi della Regione e nell’avvio dell’imbottigliamento dell’acqua. «Sicuramente non è una buona notizia per i lavoratori», affermano i delegati regionali di Fai Cisl Franco Pescara e Uila Uil, Leonardo Lippa, «le motivazioni al momento non sono note e per questo chiederemo un incontro con la Medibev. Ricordiamo che sia la Cisl che la Uil si sono spesi molto per riportare a Sulmona quei prodotti che si imbottigliavano fino al 2007, anno in cui Campari dismise il sito. Così come ricordiamo che il tutto si è potuto fare grazie alla sensibilità della Campari e alle ottime relazioni sindacali con questa società. Purtroppo non abbiamo riscontrato la stessa sensibilità da parte del management Medibev. Dopo l'accordo del dicembre 2011 hanno ben pensato di aspettare il prossimo rinnovo del contratto aziendale per riavviare un dialogo». «Ribadiamo che Fai e Uila, anche in relazione all' imminente avvio delle trattative per il rinnovo del contratto aziendale», si chiude la nota, «ritengono utile un confronto serio, trasparente, continuo e sereno , così come si era partiti con il riavvio dello stabilimento peligno». (c.l.)

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