Coltellata al rivale, arrestato a Sulmona

Il ferito alla polizia: "Sono caduto". Ma si scopre una lite davanti alla sala scommesse

SULMONA. Accoltella il rivale davanti a un’agenzia di scommesse. Con queste accuse è stato arrestato un 49enne di Sulmona. Si tratta di Mariano Di Rocco, operaio sulmonese, che da ieri si trova ai domiciliari. Deve rispondere del reato di lesioni gravi. A disporre la misura cautelare il gip del tribunale di Sulmona su richiesta della squadra anticrimine del commissariato peligno. L'episodio si è verificato mercoledì 4 settembre all'esterno di un'agenzia di scommesse dove si erano incontrati i due contendenti. Gli ispettori dell'anticrimine sono venuti a conoscenza dell'accaduto solo dopo qualche giorno. Le indagini condotte dall'ispettore capo Daniele L'Erario sono partite da un referto medico del pronto soccorso dell’ospedale, emesso nei confronti di un noto pregiudicato sulmonese che si era presentato al pronto soccorso con una profonda ferita sul braccio. Ai medici l'uomo aveva detto di essersela procurata cadendo dalla bici. Una versione poco credibile per gli ispettori della squadra anticrimine, i quali conoscendo il personaggio non si sono fidati delle sue dichiarazioni e sono andati a fondo della vicenda. È cosí emerso, anche grazie alla testimonianza di alcune persone presenti al fatto, che la ferita non era stata causata dalla caduta ma da un suo conoscente durante una lite. Le indagini dell'anticrimine hanno poi portato a scoprire che a sferrare la coltellata era a stato Mariano Di Rocco, con il quale L.D.S. aveva avuto un alterco all'intero di un'agenzia di scommesse della città. Lite che è proseguita fuori dal locale pubblico ed è culminata con la coltellata. Riparandosi il volto con il braccio, la vittima aveva riportato la profonda ferita che lo aveva costretto a rivolgersi alle cure dei medici del pronto soccorso. Venti i giorni di prognosi certificati nel referto medico finito poi nelle mani della polizia. Ieri per Di Rocco è scattato l'arresto per lesioni personali gravi, violenza privata e porto di armi senza giustificato motivo. (c.l.)

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