Como: «Fisco, sì a norme chiare»

Anno tributario, il presidente: basta condoni fiscali ma niente persecuzioni per i contribuenti

L’AQUILA. No ai progetti di condono tombale e norme fiscali meno confuse. Questi gli indirizzi che, secondo il presidente facente funzioni della commissione tributaria regionale Romolo Como, occorre seguire nei riguardi dei contribuenti. Lo ha affermato leggendo la relazione sullo stato della giustizia tributaria in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario tributario. «Il Fisco», è scritto nella relazione, «deve porsi dinanzi al cittadino come fosse una sorta di Giano bifronte, inflessibile per quanto corretto nella lotta all’evasione che non occorre io ricordi come sia una delle peggiori piaghe della nostra democrazia; ma disponibile e mai persecutorio nei confronti della generalità dei cittadini che per errori anche di valutazione e di conoscenza delle norme tributarie (che dobbiamo riconoscere sono complesse e a volte contraddittorie) si trovino soggetti a controllo. Va attuata e applicata, anche al di là del dato formale, la procedura di previa corretta informazione e di contraddittorio con la parte interessata, integrando se occorre con i poteri di ufficio la verifica di circostanze addotte dal contribuente a suo favore ma non direttamente documentabili». «Tornando alla lotta alla vera evasione fiscale», prosegue Como, che si appresta a lasciare le consegne al collega Giansaverio Cappa, «i mutati indirizzi politici e le riforme non possono ancora essere valutati perché appena avviati e non suscettibili di verifica in tempi brevissimi e, occorre dirlo, con contraddittorie frenate nella organizzazione e volontà politica. Fuori delle righe, mi si consenta di esprimere preoccupazione per talune proposte che ogni tanto riemergono sul possibile ricorso ancora una volta al cosiddetto “condono tombale”, per quanto già detto sui deleteri effetti delle sanatorie fiscali, mentre occorrono se mai riforme strutturali dei mezzi e delle procedure. Una verifica potrà avvenire anche se in tempi non brevissimi dai primi risultati del procedimento denominato, anche se non del tutto propriamente, di “reclamo e mediazione” introdotto solo per accertamenti minori, la procedura potrà funzionare se pubblicizzata e semplificata nella sua attuazione pratica dagli uffici finanziari, altrimenti rischia di essere un ulteriore ostacolo burocratico e un inutile doppione rispetto all’esperimento di una verifica concordata in contraddittorio prima della stessa emissione dell’atto di accertamento». «Ferma sempre la condanna per il diffuso fenomeno dell’evasione, che ci portiamo purtroppo come retaggio della nostra cultura povera di senso dello Stato dai secoli passati», prosegue, «va pur stigmatizzata la complessità e confusione della legislazione in materia fiscale che scoraggia anche il contribuente onesto. Le imposte dovrebbero essere poche e semplici da comprendere e calcolare, e anche sufficientemente stabili nel tempo in modo da essere elaborate e accettate dal normale cittadino; in qualche Paese, ma noi non siamo tra quelli, il cittadino del quale sono già conosciuti o che fornisce i dati-base dell’imposizione fiscale si vede recapitare il computo esatto e il mezzo di agevole pagamento. Invece da noi basta ricordare nell’arco di un solo anno come siano state modificate, e non solo nominalmente, le imposte locali, da Ici, Imu, Tarsu, Tares, Tari, Iuc per cui ancor oggi al contribuente non è dato sapere come, quanto e quando adempiere». Evidenziati, infine, i soliti problemi di personale.

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