Comune dell'Aquila truffato l’inchiesta si allarga

Al vaglio tutte le pratiche di liquidazione di indennizzi. Si ipotizza un accordo finito male tra un addetto e l’unico sospettato

L’AQUILA. Non sembra essere destinata a una soluzione rapida l’indagine sul raggiro di 180mila euro ai danni del Comune dopo la liquidazione non dovuta della somma, all’unico indagato, il giovane Andrea Dionisi, mentre era destinata al titolare di un podere a Sant’Elia, Domenico Centi Pizzutilli, ora parte offesa nel procedimento penale. Questi aveva prestato il suo terreno al Comune al fine di accogliervi temporaneamente una tendopoli dopo il 6 aprile 2009.

Dionisi, assistito dall’avvocato Ubaldo Lopardi, nega qualsiasi responsabilità in relazione alla incontestabile contraffazione degli atti mentre, per quanto si è potuto apprendere, egli nulla spiega come quei soldi possano essere finiti nel suo conto corrente. La truffa, come è noto, fu scoperta da un funzionario comunale il quale si accorse che qualcosa non andava e segnalò il caso ai dirigenti. Di lì la denuncia del sindaco.

Ora al vaglio ci sono tutte (o quasi) le pratiche che hanno riguardato indennizzi e si parla di diversi milioni. Si ipotizza, ma è tutto da dimostrare, che quell’erogazione sia stata fatta da una «talpa» in accordo con il sospettato, accordo poi venuto meno per motivi sconosciuti. E i soldi (ora recuperati dal Comune) sono rimasti nella sola disponibilità dell’indagato; ora si apprende che erano stati erogati mediante bonifico bancario ma privo di una causale specifica.

Si cerca di sapere, dunque, se ci sono state in passato altre pratiche «gestite» nello stesso modo. Va anche detto che, da quanto si è potuto capire, si tratterebbe di un fenomeno circoscritto quando ai soggetti coinvolti ma che potrebbe avere provocato qualche erogazione non dovuta.

Ma il caso è complesso. Infatti sia dalle indagini della Finanza che ha quella interna amministrativa, e come lo stesso sospettato rileva, non esiste un solo atto amministrativo con la sua firma. Per cui il falso, presupposto ineludibile della truffa, comunque non sarebbe stato commesso da lui. Qualche chiarimento potrà essere fornito agli investigatori dallo stesso sospettato quando sarà ascoltato; come pure dall’esame dei computer che gli operatori della guardia di finanza hanno sequestrato la scorsa settimana.Qualche altro dettaglio dell’indagine: il pagamento su mandato telematico è stato fatto l’undici giugno alle 18,02 alla filiale di una banca situata presso il centro commerciale «Il Globo». Questo genere di raggiro, comunque, è ormai irriproducibile visto che in Comune da pochi giorni sono spariti, almeno per certe pratiche, gli atti cartacei all’insegna dell’informatizzazione.

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