verso la perdonanza 

Concerti a pagamento una scelta che divide 

L’AQUILA. «Non male come idea, però devono pagare tutti, compresi politici e dipendenti comunali». La notizia che saranno a pagamento alcuni spettacoli della Perdonanza Celestiniana è diventata...

L’AQUILA. «Non male come idea, però devono pagare tutti, compresi politici e dipendenti comunali».
La notizia che saranno a pagamento alcuni spettacoli della Perdonanza Celestiniana è diventata virale in poco tempo. E come accade in questi casi, la piazza virtuale si è scatenata, dividendosi tra favorevoli e contrari. Ad alimentare le polemiche, anche l’attesa per conoscere in quali, tra gli eventi in cartellone, si pagheranno i posti a sedere e a quale iniziativa verrà devoluto il ricavato. I dettagli saranno svelati nelle prossime ore dal Comitato Perdonanza, come anticipato dal vicesindaco Raffaele Daniele.
«Che fine farà il ricavato? Dove li investiranno? Nei loro portafogli? Mi auguro per il bene della città», si chiede un utente di Facebook, ricalcando il pensiero di tanti. C’è chi si proclama «totalmente d’accordo nel far pagare i posti seduti», chi annuncia che si accontenterà di quelli in piedi, ma anche chi asserisce che rinuncerà a partecipare. Qualcuno si appella alla storia del Perdono: «La Perdonanza Celestiniana si basa sulla questione delle indulgenze plenarie, per l’appunto gratuite (cosa estremamente rivoluzionaria 700 anni fa). E oggi», scrive un cittadino rivolgendosi al Comitato, «vi viene la brillante idea di far pagare (e non è una questione di soldi, ma di principio) un biglietto. Che ci dobbiamo fare con questi quattro spiccioli raccolti? Nelle tasche di chi vanno?». E ancora: «Scusate, ma gli artisti già fanno un regalo alla città e ai giovani, esibendosi gratis. Il Comune, non pagando gli artisti, potrebbe utilizzare i risparmi per iniziative rivolte a tutti». Sono stati gli stessi artisti a chiedere, in virtù della loro esibizione gratuita, che venisse lasciato un segno per la città. «Noi non ce l’abbiamo con gli artisti», è un altro commento, «ma con chi inventa queste cose: se gli artisti hanno regalato a noi la loro partecipazione non vedo la necessità di pagare il biglietto. Perché, non è per il costo, ma si creerebbe una disparità di trattamento». Qualcuno pensa al decennale del sisma: «Gli artisti vogliono lasciare il segno e gli aquilani pagano? Non c’è molta logica in questo discorso. Proprio nel decennale del terremoto poi. Geniali!». C’è anche chi ironizza: «Quest'anno almeno si troveranno i biglietti, visto che si paga» e chi invece è amareggiato: «Hanno trovato il modo di distruggere l’unico evento che ha la città».